Negli anni ’90 si era diffusa negli Stati Uniti la pratica delle “lepri” durante le gare su strada e a me venne in mente che, con i dovuti accorgimenti, potevano essere organizzate anche in Italia. Era il 1999.
Tutti gli “esperti” sentenziarono che da noi non avrebbe mai funzionato e che non era altro se non “un’americanata”. Tutti tranne Venicemarathon. Ebbi (dai dirigenti della maratona lagunare) carta bianca per introdurre questa novità nella loro gara. E successo fu, altro che!
Lo testimonia il fatto che, da quel momento, il servizio dei “pacer” si diffuse sempre più tanto che, attualmente, è difficile trovare una gara in Italia nella quale non sia previsto questo servizio.
Sono sempre stata molto selettiva nella scelta dei miei pacer. Erano atleti che dovevano amare la corsa e che, soprattutto, dovevano essere predisposti a mettersi con generosità al servizio degli altri. Serena, Luca, Mara, Massimo, Tiziano, Dimitri, Stefano, Paolo, Alvise, Giampaolo…sono solo alcuni dei nomi dei pacer che sono stati con me dai primi momenti. Sono grata ad ogni pacer/atleta che ho conosciuto in questi anni poiché hanno fatto parte di un mio percorso di vita.
Negli ultimi mesi ho iniziato a lavorare su progetti nuovi e, per far posto alle novità, ho dovuto fare delle scelte. Tra queste, quella di lasciare spazio ad altri nell’organizzare i gruppi pacer per Venicemarathon.
Da 24 anni lavoro con e per la Venicemarathon e non posso non sentirla a me molto vicina e familiare. Ci vedremo all’expo nel weekend del 25-26 ottobre e all’arrivo in Riva Sette Martiri perché non posso mancare!