Il runner che corre con le chiavi in tasca è un problema. Ma non tanto per lui, quanto per chi ha la sfortuna di corrergli accanto. Non importa quanti chilometri abbia sulle gambe o quante gare abbia fatto, sembra che alcuni podisti non abbiano ancora trovato una soluzione decente per gestire le chiavi durante l’allenamento.
C’è qualcosa di profondamente esistenziale in questo dramma. Perché, ammettiamolo, correre con le chiavi addosso non è solo una questione di peso, rumore o scomodità. No, è qualcosa di più profondo.
Correre con le chiavi è come portarsi dietro un legame simbolico con la casa, il bisogno inconscio di non sentirsi mai davvero persi. Oppure, più semplicemente, è l’unico modo per rientrare in casa dopo aver corso alle 5 del mattino, quando nessuno sano di mente è in piedi per aprirti la porta.
Ma parliamo di soluzioni pratiche: ci sono quelli per cui il mazzo di chiavi diventa una sorta di allenamento extra.
E non parlo solo della chiave di casa. No, loro devono avere con sé anche le chiavi della moto, dell’auto, della cantina e magari pure quelle della soffitta di nonna, non si sa mai. In questi casi, ogni passo diventa un esercizio di forza, con il mazzo che pesa più di una kettlebell.
Nel corso degli anni, durante i miei allenamenti con amici, ho visto le soluzioni più assurde.
C’è chi lascia le chiavi sotto la ruota della macchina (il che, in una città, non è il modo più sicuro) e chi opta per un marsupio tipo giberna militare. Poi ci sono i brand di abbigliamento sportivo che ci hanno provato a risolvere il problema, inventando fasce super slim e tasche invisibili.
Solo che, se non ci fai attenzione, con le chiavi che ballano lì dentro, ogni passo è accompagnato da un “din don” degno del campanile di una chiesa, il che porta inevitabilmente alle maledizioni dei tuoi compagni di allenamento.
Personalmente, ho risolto con un approccio da vero MacGyver: avvolgo il mazzo di chiavi nella pellicola di alluminio. Isola e attenua anche il tintinnio, evitandomi di sembrare il secondino del terzo braccio.
Insomma, per ogni problema esiste una soluzione. Tranne che per gli amici impazienti e rompi scatole: lì non ci sono chiavi, né manuali d’istruzioni, capaci di aprirli al mondo.