IL PODISTA MEDIO NEL NEGOZIO DI BICICLETTE

In un pomeriggio di fine dicembre, spinto dall’euforia della tredicesima appena accreditata, decidi di uscire di casa in direzione del negozio di biciclette.

Incurante dei regali ancora da comprare per nonna, zia, nipoti e figli, scegli di sfidare la crisi economica e le spese correnti per vedere se è possibile regalarti una bici da strada all’ultima moda, già pronta per affrontare il nuovo anno.

Con passo quasi reverenziale, varchi la soglia della sancta sanctorum della pedivella. Un luogo che, per un podista medio, è un universo parallelo, fatto di termini e modi di dire tanto enigmatici quanto il concordato fiscale spiegato dal commercialista al telefono.

E così, mentre il commesso ti pone domande su canotto e corna, lo guardi spaesato, cercando di decifrare un linguaggio che per te si riduce semplicemente a: “manubrio… ma più lungo.”

Fingi di capire, assecondi con cenni sicuri e paventi impegni sportivi futuri. Per sembrare credibile, ti sei persino presentato con le scarpe nuove da running, ma ben presto realizzi che, in quel regno, i “puzzapiedi” come te non hanno vita facile.

Non demordi e ti avventuri in un labirinto di discorsi su rapporti, guarniture, pignoni e cassette. Il ragazzo del negozio, ormai consapevole di chi ha davanti, inizia a snocciolare una serie di numeri e tecnicismi che, per te, hanno lo stesso senso di un’estrazione del Superenalotto a cui non hai partecipato.

Arranchi, come su una salita infinita di termini incomprensibili, finché arriva il colpo di grazia. Una certezza granitica emerge in tutto quel caos: il commesso ti mostra il modello di bici che “sta andando di più”, accompagnandolo con il prezzo.

La bici si chiama “Madonna”.

Ed è proprio in quel momento che realizzi la sfrontatezza e la fantasia dei costruttori di biciclette, ma soprattutto capisci perché ricorderai per sempre quel pomeriggio di fine dicembre.

“Perché, sai” – aggiunge il proprietario esperto dal retro del negozio – “se la prendi, ci devi montare il cambio automatico. Sennò, domenica in squadra dai ragazzi, è meglio che nemmeno ti presenti.”

Confuso e frastornato, ma ormai conquistato, esci dal negozio con lei: Madonna.

Speri che non sia solo una compagna di fatiche, ma qualcosa di più. Un simbolo di speranza, forse, o magari il ricordo lontano di quella che, negli anni ’80, ti rendeva felice mentre la guardavi in TV, sul divano.

Ma soprattutto, preghi che non diventi un’imprecazione ogni volta che guarderai il saldo del conto corrente nei prossimi dieci anni.