Ho iniziato a nuotare a 5 anni perché ai miei tempi si diceva che il nuoto fa bene e forma il fisico, avere poi la piscina a duecento metri da casa faceva sicuramente benissimo alla mia mamma, costretta a quel caldo soffocante delle piscine per far contento papà, perché il malato di sport era lui, qualunque fosse lo sport.
Si inizia per gioco e poi viene l’agonistica, le gare, le trasferte.
Alla fine della scuola ci trasferivamo ad Ostia e, non potendo allenarmi con la mia squadra, mi allenavo in una piscina che avevamo trovato da quelle parti e poi mi allenavo al mare con papà, lui con il pattino e io dietro a nuotare, per ore in mezzo al mare.
L’estate passava così e cresceva la passione per il mare.
Poi ho fatto tanti altri sport, da grande sono diventata una maratoneta, ma il nuoto e è rimasto sempre nel mio cuore, e da qualche anno è risbocciato l’amore, prima con la piscina poi di nuovo il mare.
Adesso si chiama Nuoto in acque libere, io lo chiamo “la mia cura”, perché veramente ti cancella i pensieri, te li annacqua e ti da una sensazione di libertà diversa dalla corsa, non so spiegarne il motivo, forse è la leggerezza che hai dentro l’acqua, forse è la meraviglia quando riesci a nuotare in mari puliti, o forse il fatto che la competizione è solo con me stessa.
Abbiamo fatto la Traversata dello Stretto di Messina, spettacolare, poi Gaeta, Bergeggi, quando siamo usciti dal lockdown le piscine erano chiuse e al mare non si poteva andare ho nuotato a lago per la prima volta.
Siamo un gruppo di amici, abbiamo una chat, ci si organizza per nuotare insieme, abbiamo fatto il bagno di Capodanno, adesso con la muta e l’attrezzatura giusta ho nuotato fino al 22 Dicembre, cosa che non avevo ancora mai fatto.
“Nuotare è lottare contro tutto ciò che ti trattiene, tutto ciò che ci affonda, tutto ciò che pesa e appesantisce”
Questo aforisma anonimo è la perfetta interpretazione del nuoto come lo vivo io, non avrei saputo dirlo meglio, soprattutto in un periodo come quello che stiamo vivendo tutti: in mare puoi anche osservare il distanziamento, a volte anche da te stesso, e non pensare a niente, fai una bracciata, respiri, ti senti un privilegiato.
Tempo fa, scherzando, ho scritto su Instagram “finché c’è il mare c’è speranza”…. devo dire che lo penso veramente e consiglierei a chiunque di provare questa esperienza, perché come dice qualcuno“ i gesti del nuoto sono i più simili al volo.
Il mare da alle braccia quello che l’aria offre alle ali…….”
Paola Ciapparoni