Ci sono immagini che parlano da sole e altre, che a volte, non sono quello che sembrano.
Davanti a questa foto, cosa state pensando?
Sicuramente quello che ho pensato io quando li ho visti, ma se vi dicessi che dovremmo invertire i ruoli ci credereste?
Ci credereste se vi dicessi che l’uomo della foto è un mental coach e che con le sue stampelle ha corso la Maratona di New York battendo il record del mondo?
Si chiama Gianni Sasso è un ragazzo ( a me piace chiamarlo così ) di Ischia, nasce come giovane promessa del calcio, ma a 16 anni, mentre era in vespa con un suo amico, viene investito da un’automobile che gli porta via una gamba.
Un’auto che non si ferma e che lo costringe ad un nuovo inizio… è come se la vita ricominciasse da capo, devi convivere con una menomazione e tante altre cose che sai di non poter più fare.
Ma a 16 anni non ti arrendi hai una vita davanti, hai tanti sogni e la passione per il calcio quella che lui non ha mai abbandonato.
Nel corso degli anni è diventato colonna portante per la nazionale di calcio amputati e poi la scoperta della corsa che lo ha portato a correre la sua prima maratona proprio a New York , Berlino e Amsterdam dove ha abbassato di circa 20 minuti il suo tempo.
“Il limite è solo di chi guarda e pensa che ci sia”.
Lo sport diventa un compagno di viaggio, gli allenamenti si intensificano e il triathlon una nuova sfida.
Qualcuno comincia a credere in lui e nelle sue capacità e viene contattato per partecipare al Paratriathlon di Rio.
“Essere arrivato lì è stata una cosa incredibile certo non nego che non riuscire a vincere è stato davvero difficile da dover accettare, non fosse stato per la protesi che mi sono dovuto mettere forse avrei perso meno tempo”
La cosa che più mi ha sorpreso è l’aver sentito che la protesi è stata per lui una perdita di tempo.
Ma mi ha spiegato in termini tecnici che poggiare una protesi su un moncone da 8 cm ( quello che rimane della sua gamba) non è per niente facile, in quanto la misura standard si aggira intorno ai 15…
“ ma sono comunque contento e chi so lo sarebbe mai immaginato di arrivare fino alle Olimpiadi?”
Quello che ti colpisce di più è la voglia di vivere al massimo con tutto quello che hai, il limite alla fine se vogliamo è solo nella testa perchè se vuoi ottenere qualcosa a tutti i costi puoi trovare altre strade.
È un mental coach ha accompagnato Luana, la ragazza della foto, nella sua prima mezza e prossimamente la porterà a New York per la sua prima maratona.
Un altro bel traguardo, sarà il Cammino di Santiago con un gruppo di circa venti persone guidate sempre da lui.
La vita non è solo un filo di un traguardo raggiunto è il coraggio di iniziare, di continuare a credere in se stessi e nelle proprie capacità cercando di non fermarsi di fronte al primo ostacolo, ma di superarlo.
E come disse Muhammad Ali: “ impossibile non è una regola è una sfida” una sfida che ha il sapore di una grande vittoria, ha il sapore di voglia di vivere e di lezione di vita.
Dominga Scalisi