Mercoledì 29 settembre torna il “Mennea Day” presso lo stadio Nando Martellini di Caracalla.
“Lo sport insegna che per la vittoria, non basta il talento, ci vuole il lavoro ed il sacrificio quotidiano. Nello sport come nella vita”
La celebre giornata di sport dedicata al campione Pietro Mennea.
Aperte ancora le iscrizioni per le gare della giornata che si disputeranno nel bellissimo scenario di Caracalla. L’organizzazione della FIDAL Roma, invita a partecipare nelle prove sui 200mt Assoluti Maschili e Femminili, 200 Mt Allievi, Esordienti Maschili e Femminili, Ragazzi e Ragazze e Cadetti.
Alle 18:00 la Cerimonia di Apertura e alle 18:15 si disputerà la prova “FIRST HIGH JUMP CHALLENGE” il Salto in Alto ad Inviti.
L’Atletica di Roma, accoglie con gioia la manifestazione che da anni si svolge a Caracalla in un clima di grande raccoglimento e commozione in ricordo del grande campione Pietro Mennea. La Freccia del Sud che a Città del Messico il 12 settembre del 1979 segnò con il suo 19.72 il record del mondo intatto per quasi 17 anni!
Pietro è da sempre nel cuore di tutto non soltanto come atleta, ma anche come uomo. Esempio di forza, tenacia, studio, correttezza e sacrificio. Ricordiamo infatti che Pietro, nacque in una famiglia di Barletta dove la madre era casalinga ed il padre sarto. Si racconta che all’età di 15 anni Pietro sfidò su uno stradone di Barletta una Porsche e un’Alfa Romeo 1750 sui 50 metri, battendo entrambe e guadagnando le 500 lire!
Pietro è stato anche un uomo di cultura, infatti si laureò ben quattro volte dopo l’attività agonistica e svolse anche carriera politica.
Al centro federale di Formia facevo 350 giorni di allenamento all’anno. Stavo lì pure a Natale e Pasqua. Da solo. Vent’anni ad acqua minerale, nemmeno gassata.
Era una questione di rabbia, di voglia. A Barletta non avevamo niente e volevamo tutto. Eravamo cinque figli, quattro maschi e una femmina. Mio padre Salvatore era sarto, mia madre Vincenzina lo aiutava, a me toccavano i lavori più umili: fare i piatti, pulire la cucina, lavare i vetri.
Avevo tre anni quando mamma mi mandò a comprare un bottiglione di varechina che mi si aprì nel tragitto, porto ancora i segni sulle mani. Papà veniva da una famiglia di undici figli, due si erano fatte suore perché non c’era da mangiare a casa.
Quando ho iniziato a correre, i calzoncini me li cuciva lui. Oggi non mi entrano più, nemmeno al braccio, ma li tengo ancora. Le prime scarpe da gara le ho prese più grandi, dovevo ancora crescere, sarebbero durate.
La tv non la tenevamo, si andava al circolo degli anziani, era su un baldacchino, pagavamo 50 lire per vederla. Ecco perché la rabbia ce l’avevo dentro.
Questo il motivo per cui il MENNEA DAY ci appassiona tanto, perché racchiude in se i valori dello sport e la speranza dei giovani atleti che si sfidano nella magica pista dello stadio Nando Martellini di Caracalla.
Appuntamento a mercoledì 29 settembre con Pietro!