I Monti Simbruini sono da sempre considerati le montagne di Roma, colme di storia e con una natura rigogliosa hanno fatto da scenario per una domenica dal sapore ascetico, una fuga dalla città pur restando a pochi km da essa.
La ricchezza delle montagne di Roma offrono una bellissima alternativa per un fine settimana immersi nella natura.
Il Parco Regionale dei Monti Simbruini è stato lo scenario dove ci siamo calati in una area protetta appenninica estesa per circa 30.000 ettari.
Le sue cime raggiungono i 2000 metri, tra faggete e pianori carsici, abbondanza di acque sorgive e centri abitati colmi di storia e arte.
I Monti Simbruini li chiamano le Alpi del Lazio e non è una esagerazione, un angolo della regione che attrae per la diversità dell’ambiente e le ricchezze storico-artistiche a volte millenarie.
Il parco è compreso fra la valle dell’Aniene ad ovest – nord ovest, quella del Sacco a sud ovest e il confine abruzzese e est (monti Simbruini d’Abruzzo e monti Carseolani) ed i monti Ernici a sud est.
“Un territorio tutto da scoprire e da ammirare, luoghi di alto valore storico, culturale e naturalistico che si prestano a tutti i tipi di escursione, lunghi trekking e I Cammini, brevi passeggiate: a piedi, a cavallo, in mountain bike con le ciaspole… Insomma uno scrigno delle meraviglie tutto da esplorare.”
Il valore del parco sta nella testimonianza artistica tramandata della presenza dei monasteri benedettini presenti della parte della valle dell’Aniene.
Dei dodici monasteri voluti da San Benedetto nella valle sublacense, l’unico sopravvissuto ai terremoti e alle distruzioni saracene fu quello di Santa Scolastica, che, sino alla fine del XII secolo, fu il solo monastero di Subiaco. In origine si chiamò “Monastero di San Silvestro”, successivamente (IX secolo) fu detto “Monastero di San Benedetto e di Santa Scolastica” e nel XIV secolo prese il nome attuale.
Ma il più suggestivo è il Santuario del Sacro Speco. Incastonato come una gemma nella parete rocciosa del Monte Taleo, in prossimità di Subiaco, da quasi mille anni custodisce uno dei luoghi più significativi della spiritualità benedettina: la grotta in cui all’inizio del VI secolo il giovanissimo San Benedetto da Norcia visse da eremita, seguendo l’esempio dei padri anacoreti.
Visitabili entrambi in orari che si coniugano con un’escursione nella rete di oltre 40 sentieri che copre il territorio del Parco. Le visite non necessitano di prenotazione e i santuari sono a ingresso libero basta un’offerta alle bravissime guide, ragazzi e ragazze che professionalmente illustrano oltre mille anni di storia.