Ognuno di noi ha un limite e il più sublime piacere della vita è fare di tutto per superarlo. Ormai ne ho la certezza e con il tempo ho imparato a gestire i miei cercando di andare oltre.
Ho imparato a portare la macchina ancor prima di prendere la patente con i miei bellissimi 17 anni.
Si correva sotto casa, appresso ad un pallone a volte bucato, ci divertivamo con poco.
Bastava poco: un paio di scarpe da ginnastica di tela, un paio di jeans, perché tanto noi con quelli facevamo tutto e una t-shirt.
Sono passate le mode, sono cambiati i tempi, ci siamo informatizzati fino all’ultima cellula.
Sono stata in grado col tempo a gestire la paura di non farcela quando mi sono trovata davanti ad un dottore che mi diceva che non avrei potuto più fare sport.
A capire quale era la sinistra e la destra da quando ho iniziato a portare la macchina, un 128 di nonno duro come un ferro inossidabile, più prendeva colpi e più non si faceva niente..
Ho imparato a sopportare il dolore, e dopo l’incidente era più forte quello che mi portavo dentro che quello che sentivo fuori.
Ad ascoltare il cuore ed ho capito che la “salita” quando corri lo può solo ossigenare, accelererà il flusso facendoti sentire vivo.
Quando mi mettevano su quelle macchine infernali, quello che hai dentro non te lo toglie nessuno neanche un dottore bravo, perché non esiste medicina per andarsene via.
Ho capito che nessuno ti darà mai niente senza niente in cambio e che la fatica che farai da solo verrà in qualche modo ripagata, ma lo dovrai solo a te stesso.
Che gli amici sono quelli che ti resteranno vicino “nonostante tutto” quelli che se li chiami all’una di notte scendono anche in pigiama per ascoltarti..
Ho imparato a fare tanti sport fin da piccola, a cinque anni danza classica fino a sei.
A sette ginnastica artistica fino ad arrivare a 9, e poi danza, nuoto, pallavolo, scherma, tennis, calcio femminile, pallavolo, danza, danza, danza.
Alla fine ho compreso che forse non sapevo bene neanche io cosa volessi dalla vita.
Ho imparato a capire gli altri prima di capire me e ce ne vuole ve lo assicuro. Mio padre a volte mi guarda e non riesce a parlare perché riesco ancora a spiazzarlo, non sono mai stata così scontata.
Mi sono lanciata nella corsa a superare quelle distanze che a volte spaventano riuscendo così a capire che tanto il limite ce l’abbiamo solo nella testa.
Ho imparato che nella vita devi provare tutto qualsiasi tipo di sport a provarci anche se pensi di non farcela.
E anche se ti sembra impossibile perché tanto “poi la strada la trovi da te” porta all’isola che non c’è” ed io quella strada l’ho trovata superando i miei limiti…
Dominga Scalisi