Oggi vi raccontiamo la storia di Giulia Di Quilio, un’attrice che sta vivendo questo momento non facile con speranza e voglia di ripartire.
Il mondo dello spettacolo è fermo, cinema, teatri e altri eventi ad esso collegati da un anno hanno smesso di essere linfa culturale per il paese e fonte di ispirazione, reddito e sicurezza per attori e tecnici.
Giulia in tanti anni ha alimentato la sua passione fino a renderla ragione di vita, arrivando alle luci della ribalta con un nuovo modo di recitare.
Vive e lavora a Roma con la sua bellissima famiglia e da alcuni anni ha creato un luogo unico, dove le donne riscoprono la loro femminilità fuori dagli schemi a cui siamo abituati.
Giulia Di Quilio ha fondato una scuola di Burlesque.
Ma facciamo un passo alla volta.
Grazie alla caparbietà della mamma che ha sempre visto in lei quella luce che accende volti e sensazioni di chi la vede recitare, decide di trasferirsi a Roma che ancora non è maggiorenne. Segue i corsi di recitazione presso il laboratorio teatrale Ribalte di Enzo Garinei per muovere i primi passi nel mondo dello spettacolo.
Debutta davanti alla macchina da presa, con Giuseppe Tornatore ne “La Sconosciuta” nel 2006, la sua versatilità di interprete la porta ad abbracciare diverse forme di spettacolo: dal teatro di prosa al musical, passando per il burlesque fino ad arrivare alla soap.
Ragione e Sentimento, razionalità e istinto convivono nel suo stile attoriale e nel suo aspetto fisico, antico e contemporaneo al tempo stesso.
Ha partecipato al film premio Oscar “La Grande Bellezza” di Paolo Sorrentino, ha interpretato il personaggio del PM Clara Fiorito nella soap “Un posto al Sole” ed è stata coprotagonista del film “Non è vero ma ci credo“.
Ma è grazie al Burlesque che riesce ad alimentare ancora meglio la sua vena recitativa e grazie al quale calca ribalte importanti: dal prestigioso “Australian Burlesque Festival”, al palcoscenico del Salone Margherita di Roma, oltre ai grandi eventi legati a marchi come Yoox, Mazda E Bacardi.
Nel 2016 ha pubblicato per Gremese Editore il libro Eros e burlesque.
Giulia è proprio così come lei stessa definisce la donna del Burlesque, non perfetta ma al tempo stesso bellissima.
Ma la sua bellezza non è solo estetica; è anche nel suo sorriso, nella sua semplicità, nella sua seraficità, nella sua eleganza, nel suo modo divertente e complice di essere mamma e moglie, nel suo essere sempre sorridente e serena anche nei gesti di vita quotidiani, quelli che portano i più di noi a reazioni nervose.
La sua bellezza è nel darsi e perseguire obiettivi con fermezza, è nella sua creatività, nel non volersi mai abbattere o lamentare, è nel sorridere sempre alla vita.
Quando sei così hai una marcia in più, e se oltre tutto hai il viso e il corpo di Giulia Di Quilio, non potrai che avere successo in ogni cosa che deciderai di fare.
“Il Burlesque è un’arte performativa”, ci ha raccontato nella bella mattina passata insieme sui ponti di Roma, “una forma di espressione che mischia il teatro alla danza, ma soprattutto è il simbolo dell’espressività della donna, della sua femminilità allo stato puro.”
“Al Bourlesque ci si avvicina per scoprire e riscoprire la propria carica sensuale. Ci sono tanti tipi di femminilità e diversi approcci per farla venire fuori, e questa ricerca alle donne piace.”
“Nella nostra socialità, dal punto di vista della donna si tende a censurarsi, perchè se una donna è troppo scollata, appariscente viene criticata per il suo aspetto esteriore, perchè è proprio sul corpo della donna che si consumano le critiche peggiori, a partire dai social e questo non ci fa esprimere liberamente.
Nei corsi sull’arte del Burlesque vengono donne che lamentano i limiti dei luoghi di lavoro dove sono portate a dover indossare abiti secondo un codice spesso maschile, rinunciando a uno smalto o a un trucco desiderato, ecco che nasce il bisogno, fuori dai luoghi di lavoro, di esprimere la propria femminilità, la sensualità e queste sono le ragioni che portano molte donne ad appassionarsi al Burlesque .
Anche per me è stato un modo per esprimermi e piacermi. Il Burlesque piace alle donne perché abbatte il concetto di donna oggetto e preferisce il soggetto, per questo c’è la caduta dei canoni estetici.
Nel Burlesque non vedrete mai una donna perfetta, perché la donna perfetta non esiste e così quando una donna impara a piacersi con le proprie imperfezioni, lei saprà tirare fuori la vera se stessa: la parte più femminile, la carica erotica e questo è liberatorio in un percorso che aiuta tantissimo.”