Gabriele Salvadori la storia di un eroe come noi

gabriele salvadori

Gabriele Salvadori è un uomo a cui dobbiamo molto, un esempio in cui rivedere il meglio del nostro paese.

Immaginate di essere finalmente in sella alla vostra bicicletta sul percorso di una gara bellissima che volevate fare da mesi.

Quante volte è successo di posporre, rimandare, sperare un giorno di dedicare, anche solo alcune ore, alla fatica che ci rigenera, a quell’impegno che solo all’apparenza è fine a se stesso.

Perchè la nostra strada è spesso ostruita di cose da fare e quel giorno, come lo vogliamo noi, non arriva poi così facilmente.

Continui ripensamenti, il lavoro, il covid e il tempo che per allenarti non è mai abbastanza.

Poi però accade che senti il bisogno di arrivare a quell’appuntamento tanto sperato, perché ti stai consumando a forza di fare ciò che è giusto fare.

Ti serve una scelta egoistica per ricaricarti in mezzo ad altri appassionati come te.

Così facendo, la strada con il destino te la stai spianando un po’ da solo, ma lo capirai più tardi.

Gabriele Salvadori ha 46 anni ed è un vigile del fuoco livornese. La sua mountain bike è il mezzo per evadere e stare a contatto con la natura.

gabriele salvadori mountain bike

Si allena e quando può partecipa a gare come la bellissima Costa degli Etruschi. Due i percorsi, il Marathon di 72 km per 2000 m+ e il Classic di 48 km per 900 m+, con il cuore sempre immerso nel meraviglioso bosco della Magona, un vero paradiso per i bikers.

La partenza è dal centro di Marina di Bibbona, una località con spiagge e pinete da sogno. Il 9 maggio 2021, insieme a Gabriele, ci sono 800 ciclisti in gara.

È felice Gabriele perchè sa che stare lì in mezzo è nutriente, lo fa sentire vibrante e con la voglia di spingere sui pedali alla prima vera salita importante, con 660 metri di dislivello.

Sa che arriverà e che la farà tutta d’un fiato. Da quel momento non c’è  tempo per riposarsi, perchè il percorso si getta subito in uno dei single track tra i più impegnativi della zona.

E’ qui che la vita di Gabriele riconosce quell’appuntamento con il destino che nessun dado avrebbe mai lanciato.

In un passaggio decisamente impegnativo i suoi occhi sono fissi sul tracciato, Gabriele è teso, sente il corpo reagire ai colpi che vengono dai pneumatici della sua compagna di avventure.

gabriele salvadori gara

Non si distrae, deformazione professionale, sa che è giusto non perdere la concentrazione con l’ambiente circostante. Quante volte in situazioni di emergenza, negli interventi con la sua squadra, i suoi occhi hanno visto più di altri anche dove il fumo, la paura, lo smarrimento accecavano tutti.

“Questa volta sarò in gara, non ci sono scuse, quei panorami e gli scenari incantevoli mi serviranno a mettere ordine con i pensieri“.

In un flash back emotivo Gabriele ripensa alle parole che aveva detto a casa il giorno della sua registrazione sul sito della gara.

La riflessone lo distrae ma solo per una frazione di secondo, perchè subito dopo è con le mani alle pinze dei freni che tira come se stesse trattenendo il mondo sull’orlo di un precipizio.

Il tratto di gara dove si trova inchiodato a terra con la bici lo chiamano il Muro della Morte, con il 38% di pendenza.

Sbarra gli occhi e smonta dalla bici e come un cerbiatto si precipita sotto il dirupo che costeggia il single track della gara.

Quanti atleti erano già passati prima di lui? Perchè nessuno aveva visto nulla?

Gabriele con tre balzi è al cospetto di quello che con la coda dell’occhio aveva riconosciuto come il corpo di un ciclista.

Capisce che la situazione è drammatica. A terra è una ragazza, sta perdendo sangue e l’emorragia non si arresta.

Grazie alle tecniche di primo soccorso provate in tante simulazioni in caserma prende due calzini, li annoda e crea, insieme alla sua bandana, una specie di laccio emostatico; il tempo passa e il sangue perso è troppo.

Con il telefono di un altro concorrete si mette in contatto con l’elisoccorso a cui comunica la posizione, ma nessuno dei due elicotteri, una volta sopraggiunti nella zona di intervento, riesce a calare il verricello per issare la ragazza ferita.

L’unica alternativa era trasportarla al primo ospedale via terra, tra boschi e campi impervi.

“Questa volta sarò in gara, non ci sono scuse.”

Il destino non è cieco, ci vede benissimo anche sul Muro della Morte grazie gli occhi accesi e pieni di speranze di un livornese appassionato di sport e innamorato della sua divisa di vigile del fuoco.

Come un supereroe non la lascia mai, sa bene che siamo tutti legati dal filo invisibile dell’aiuto reciproco.

A questa visione della vita hanno risposto i suoi superiori che, dopo pochi giorni, lo elogiano in un’annotazione di servizio del comando dei vigili del fuoco senza sapere poi altro.

gabriele salvadori vigili del fuoco
I comapgni di squadra di Gabriele

La storia di Gabriele Salvadori ci insegna che esistono persone che vivono certe imprese come se fossero gesti naturali, da super eroi di tutti i giorni che elevano il livello di appartenenza a una comunità, infondono speranze nel domani e ci liberano dalle paure di essere soli.

La storia di Gabriele non si è fermata a Livorno, ma è giunta sul colle più alto di Roma.

La comunità ringrazierà Gabriele per mano del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, il quale gli assegnerà il titolo di Cavaliere dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana per il suo decisivo intervento di primo soccorso ad un’atleta caduta in un dirupo durante una gara ciclistica.

La cerimonia si terrà il 29 novembre al Quirinale e siamo certi che Gabriele ringrazierà il nostro Presidente e lo farà con quell’aria timida e un po’ smarrita di chi è consapevole di aver fatto il gesto più naturale del mondo.

Grazie Gabriele.

gabriele salvadori