Ieri mattina ero partito presto per fare il classico lungo che più classico non si poteva fare. Cielo grigio, piaggia, e una voglia che manco stamattina in tangenziale verso l’ufficio.
Ma tanto mica bastano tutte la scuse del mondo no? Ce lo ripetiamo ad ogni piè sospinto e allora come un somaro a testa bassa senza musica, senza distrazioni disegni l’andata sulle strade di Roma e punti un giro di boa a Porta San Sebastiano per poi tornare indietro.
lo sapevano bene i cinematografari di un tempo che effetto avevano le vie della città bagnate, così, prima delle riprese le annaffiavano per aumentare l’effetto delle luci. Allo stesso modo, ieri mattina, con la pioggia che cadeva giù, Roma era accesa anche con un cielo opaco che non ci appartiene.
Il giro tra imprecazioni e voglia di una tregua chilometrica a ribasso è proseguito fino a piazza Venezia e poco più avanti davanti al bar di Gabriella, la futura moglie del Signor Fioretti Bruno, in arte Mandrake per intenderci. Si proprio lì davanti dove c’è una fermata di autobus, eattamente dove il signor Felice Roversi, in arte Felice, faceva il parcheggiatore abusivo, un turista con una bella faccia mediterranea e un simpatico accento spanglish mi fa: “Sorry, is there a race this morning ?”
Lo guardo perplesso e mi giro a vedere la piazza che in quel preciso istante è un via vai di runner.
Mi faccio una risata e lui capisce subito che si tratta solo di gente che si allena.
Se un turista, magari runner anche lui, si accorge di una città che sotto la pioggia è in ogni caso invasa da piccoli e grandi gruppi di runner allora non siamo messi così male.
Un po’ film un po’ realtà assistiti a un ciak di una maratona ma che maratona non è, ma che è la prova generale e che poi in fondo non manca molto alla prima!
Eppure ieri ce n’erano di gare. Più fuori Roma che in città ma che attraggono tanti amici. Ciò che resta è un bilancio ampiamente positivo di un popolo che sta crescendo e in certe domeniche di preparazione si dà appuntamento nei luoghi che fanno da scenografia perfetta per un lungo o una sgambata.
Allora avanti così tra imprecazioni, amici incontrati lunga la strada e voglia di fare altro ma che è solo una scusa che non appaga, non trascina e che rimpiangerai l’8 aprile proprio lì, davanti al bar di Gabriella, dove trascinerai le gambe con la stessa andatura di Soldatino prima che l’avvocato De Marchis gli togliesse la biada.
Buona febbre da maratona a tutti !