Federico De Rosa – Per uno sport autistico

Federico De Rosa

Siamo felici di aver intrapreso una nuova strada con Federico De Rosa, una persona autistica ad Alto Funzionamento. Federico non è verbale (si esprime poco a voce) ma scrive usando il computer.

Scrittore, giornalista non professionista ed opinionista, ci racconterà del suo vivere lo sport ed il rapporto con la natura, perché anche io amo molto queste dimensioni della vita ma le vivo in modo molto diverso da voi.

Mi chiamo Federico e sono una persona autistica di 29 anni. In questa rubrica vorrei raccontarvi del mio vivere lo sport ed il rapporto con la natura, perché anche io amo molto queste dimensioni della vita ma le vivo in modo molto diverso da voi.

In questo primo articolo, in particolare, vorrei parlarvi delle mie camminate nei boschi di faggi.

Comincio dicendo che una delle principali caratteristiche del mio autismo è l’essere ipersensoriale. Io ho un udito di volume più alto, vedo più forte e spesso sono sotto attacco per tatto, olfatto e gusto. Per me la vostra civiltà è troppo, troppi stimoli, troppo violenti, spesso improvvisi.

Quindi, non appena entro nel mio amato bosco di faggi, anche per pochi metri, io vivo un’onda di abbattimento della pressione sensoriale e quindi una forte sensazione di sollievo, molto liberatoria.

Ma il bosco non è un luogo di silenzio percettivo ma un potente ammortizzatore sensoriale; le percezioni nel bosco sono tante, alcune interessanti, altre piacevoli, mai aggressive.

Per l’olfatto, ad esempio, in alcuni punti si avverte odore di erba, in altri invece odore di terra umida che però è un odore più grasso direi, più penetrante dello stesso odore in città. Poi all’improvviso capita di avvertire odore di un fungo anche senza riuscire a vederlo, oppure odore di legno bagnato se si passa vicino ad un tronco di legno caduto che la pioggia ha imbevuto e che lentamente marcisce.

Il bosco per me è olfattivamente divertente e simpatico.

Passando alla vista, direi che in una giornata di sole, la luce varia molto durante il giorno. Al mattino la definirei positiva ed incoraggiante a vivere la giornata, a mezzodì diventa maestosa, imponente ed al tramonto emotivamente vibrante e struggente.

Direi poi che la luce obliqua, radente dell’alba e del tramonto è molto più bella della luce diffusa delle ore centrali della giornata. Se poi verso il tramonto c’è luce solare radente ed anche un refolo di brezza, è stupendo vedere le foglie dei faggi oscillare tra il chiaro della luce diretta e lo scuro leggero di essere in ombra.

Il bosco poi brulica di piccoli rumori ed è anche bello guardare ed ascoltare gli umani che camminano con te, ascoltare i loro passi regolari e percepire la loro fatica silenziosa, vibrante, liberatoria.

Che luogo meraviglioso il bosco. Se esistesse la civiltà del mio autismo, sarebbe una civiltà boschiva e le città sarebbero nei boschi ed ovattate per le percezioni di tutti i sensi.

Federico De Rosa

Federico De Rosa: Mi chiamo Federico e sono una persona autistica capace di un pensiero neurodiverso che può dire al mondo anche cose totalmente nuove. L’autismo è una risorsa capace di produrre un valore particolarissimo, direi unico.

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