L’articolo di Lorenzo Vendemiale, pubblicato il 5 giugno sul Fatto Quotidiano, analizza il fallimento organizzativo e finanziario degli Europei di Atletica 2024 a Roma.
Nonostante una spesa di 13 milioni di euro, solo 80 mila biglietti sono stati venduti, con molti di questi offerti a prezzi scontati o simbolici per mascherare il flop. La capienza dello Stadio Olimpico è stata ridotta a meno di 40 mila posti, ma la media di spettatori per giorno è intorno ai 15 mila, con il rischio di sessioni con soli 4-5 mila presenti.
Campionati Europei di Atletica di Roma a conti fatti…o quasi
La sostenibilità economica dell’evento dipende principalmente dai fondi pubblici, con 8,8 milioni dal governo e 2 milioni ciascuno da Comune e Regione.
Nonostante le difficoltà iniziali e il rischio di un deficit di 7 milioni, l’intervento di “Sport e Salute” ha consentito di equilibrare il bilancio, riducendo i costi e chiudendo con un budget di 13 milioni.
L’organizzazione è stata travagliata, con lotte interne tra i dirigenti della Federazione Italiana di Atletica Leggera (FIDAL) e la creazione di comitati separati. Alcuni fondi destinati agli Europei sono finiti nelle casse della FIDAL, sollevando dubbi su possibili conflitti di interesse e cattiva gestione.
L’evento, nato male e organizzato peggio, è emblematico dei grandi eventi sportivi in Italia, spesso caratterizzati da sprechi e inefficienze. Nonostante tutto, l’Italia aveva inizialmente proposto di ospitare anche i Mondiali 2027, ma la candidatura è stata bloccata dal ministro dello sport Abodi.
Punti chiave
- Bassa Vendita di Biglietti: Solo 80 mila biglietti venduti su sei giorni di gare.
- Capacità Ridotta: La capienza dello Stadio Olimpico è stata ridotta a meno di 40 mila posti.
- Dipendenza da Fondi Pubblici: 13 milioni di euro di spesa coperti principalmente da fondi governativi e locali.
- Organizzazione Problematiche: Lotte interne alla FIDAL e gestione inefficiente dell’evento.
- Impatto Limitato: L’evento non è stato in grado di attirare grandi folle, e la promozione dello sport è risultata costosa e poco efficace.
Le folle si sarebbero potute attirare con una politica dei prezzi più accomodante, con sconti fin dal principio e non a ridosso dell’evento, in barba a chi aveva già comprato a prezzo pieno.
Ingressi per le scuole a 1 euro ma non solo nelle mattine di qualifica.
Portare le persone allo stadio senza doverci guadagnare è un investimento su uno sport che fatica a decollare nell’immaginario collettivo anche con i campioni che abbiamo. Vederli dal vivo è emozione pura che mai nessuno schermo potrà eguagliare ma che alla fine vincerà il divano di casa contro uno stadio Olimpico altare del calcio come sempre.