Oggi parliamo di educazione fisica, ovvero della formazione che è alla base della crescita e della maturità di un giovane atleta.
Il lavoro che svolge un istruttore in qualsiasi sport è quello di migliorare, attraverso l’attività motoria e quella sportiva, lo sviluppo psicofisico e la salute individuale e sociale di un ragazzo.
Ne parliamo con una donna che ha dedicato la sua vita allo sport, prima come campionessa e poi come istruttrice di nuoto: Barbara Recine.
Barbara Recine è stata un’atleta delle Fiamme Gialle e oggi è allenatrice e istruttrice di nuoto, e tecnico di attività motorie per disabilità fisica e mentale.
Dal 1998 collabora con il Santa Maria, l’omonimo centro sportivo nel cuore di Roma che da oltre 40 anni propone corsi di insegnamento delle principali discipline sportive secondo i programmi delle Federazioni nazionali, con uno staff di tecnici altamente qualificati in un ambiente unico, moderno, tranquillo e funzionale.
Barbara, in questi anni, ha avuto il privilegio di formare due atleti affetti da sindrome di Down e farli arrivare alle Paralimpiadi.
Essere un tecnico per le attività motorie per disabilità fisica e mentale è un lavoro che affonda le basi nella capacità di formare e stimolare i ragazzi per ottenere traguardi per molti impensabili.
Ma è dal suo lavoro svolto in sintonia con gli atleti che sono nati grandi risultati.
In tanti anni di carriera posso dire che il mio lavoro è ancora più formativo quando riesco a lavorare anche sui genitori che mi affidano il proprio figlio per “EDUCARLI” in una disciplina sportiva.
Educazione Fisica è un concetto che dovrebbe essere allargato a tutto il nucleo familiare.
Per porre in atto una adeguata attività di formazione servono degli strumenti come la strategia che pongo in atto al fine di infondere fiducia, la stessa utilizzata per la crescita di mio figlio, un sedicenne “sportivo”, ovvero DARE L’ESEMPIO!
Lo sa bene Barbara quando è a bordo vasca e deve dare le indicazioni agli atleti nei momenti di recupero tra una ripetuta e l’altra. Bisogna saper usare un linguaggio semplice, con poche parole, senza mai dilungarsi troppo nelle spiegazioni perché – come dice lei stessa – l’attenzione non è per tutti uguale!
Educare il fisico, considerando il movimento non solo dal punto di vista dell’efficacia e della qualità della prestazione, ma anche da quello dello sviluppo della personalità più ampia, è figlio della stretta correlazione tra le capacità motorie e le capacità attentive.
Nella mia carriera ho sempre riportato buoni risultati sui ragazzi sia in ambito motorio che in ambito scolastico – ci racconta Barbara, e conclude con un messaggio di speranza per i tanti giovani che stanno passando un momento non facile a seguito della pandemia.
L’applicazione delle regole, la cura personale, il rispetto verso se stessi e il prossimo durante e dopo un’attività sportiva porta, a piccoli passi, verso uno stile di vita migliore.
Grazie Barbara e buon lavoro