Ecco cosa succede quando fai triathlon

Avere la fortuna di fare sport è tra le esperienze più belle della vita. Questo è stato il pensiero che domenica mi ha fatto nuotare, pedalare e correre con un sorriso da ebete fino all’arrivo.

Sono state ore dedicate alla voglia di muovere ogni neurone, ogni singolo muscolo senza mai smettere di avere fiducia in tutto ciò che ho fatto fino ad oggi.

Un amico prima dello start mi ha chiesto “ma ti sei allenato?”. Sono più di 20 anni che mi alleno gli ho risposto. Perché in fondo siamo fatti così: cauti e rispettosi di tutto. Non facciamo le cose a minchia ma sappiamo capire dove sta il limite fisico e mentale e lo andiamo a prendere solo attraverso la volontà e la consapevolezza di ciò che possiamo fare.

Ecco allora che nuotare in un’acqua a 14 gradi è solo bisogno di adattamento e respirazione e stare con altri 500 atleti provando a cercare una direzione (ovviamente non l’ho sempre trovata è!!) significa avere chiara l’idea che 1900 metri sono minuti in cui devi capire e ascoltare il mare e lasciarti portare.

Il sorriso è stato il doping che ha spinto avanti una intera settimana, dalla finish Line di Via dei Fori Imperiali a quella del Porto di Ostia.

Il giro in bici, la parte più isolata e liberatoria, perché li ho capito che potevo fare tutto senza perdere mai di vista la voglia di stare bene. Pedalare sulla “strada dell’orto” come la chiamo, la stessa che ogni volta mi porta al mare è stata una gita.

Salutare i ragazzi del Team Panda che piottavano come missili mi hanno fatto sentire più forte anche a me, potere di una maglia!

Infine un pensiero alla frazione di corsa e lo faccio da podista vecchia maniera, che come voi di km sulle gambe in questi 20 anni ne ha fatti una montagna, e sono serviti per fortuna a portare a casa la voglia di ripartire.

Poi ci siete stati voi, la pazienza della family, ormai è una vita che mi aspettano, le imprecazioni di Mapi compresi i calci nel sedere che mi aveva promesso e le foto di chi non si è perso d’animo e si divertivo a vedere dove saremmo arrivati tutti insieme, ridendo!

Questo è fare sport e scusate se non sono un triatleta purista, se non faccio tutte quelle cose che servono per essere meno pippa in tre discipline, che non sono un figo con la bici spaziala e tutte le cose a puntino.

Per me quello che conta è avere la fortuna di poter decidere se partire o meno per una gara, e lo puoi fare solo se stai in salute.

Così, amici miei, qualsiasi sarà la motivazione che vi farà attaccare un pettorale per una gara impegnativa, non dimenticate mai di farlo con il sorriso e con il rispetto di voi stessi.

Perché domenica ancora una volta ho capito che fare sport è una forma di espressione. Ci metti dentro fatica e passione, responsabilità e felicità, sapendo di muovere un mondo intero accanto a te dove nessuno può dire nulla sui passi di nessuno, così come nella vita.

Ci vediamo alla prossima gara.