Il pesce grande mangia il pesce piccolo, così come il predatore mangia la preda: è l’ordine naturale delle cose, e in natura succede tutti i giorni.
Allo stesso modo i Big Player della Finanza mondiale, quelle entità mostruose scollegate dall’”Economia reale” e legate a Banche, Fondi di investimento e Paradisi fiscali macinano miliardi sulle spalle dei piccoli risparmiatori. Anche qui pare non ci sia da scandalizzarsi: è il Capitalismo, Baby.
A volte capita però che qualcosa va storto tra le Entità Oscure della Finanza, e gli squali rimangono a digiuno. A volte addirittura i pesci piccoli si organizzano tra loro, e riescono a dare una bella batosta al grande predatore. E’ piuttosto raro, ma a volte succede.
In effetti è successo proprio la settimana scorsa.
E questa è la bellissima storia di Game Stop.
Game stop è una catena Americana di negozi di videogiochi con filiali in tutto il mondo.
Di “giochi”, mi correggerebbe mio figlio, solo i boomer come me parlano ancora di videogiochi.
Oltre ai giochi si vendono console, accessori e oggettistica varia, tra cui dei pupazzetti che ho imparato essere delle “action figure”, ma delle quali non ho ancora capito la funzione. Ma tant’è.
In questo periodo mi sono trovato a passare più volte dal Game stop di Bari, perché ho prenotato l’introvabile Playstation 5, ma pare ci siano problemi, e l’agognata console non arriva. Così quello che doveva essere il regalo di compleanno di Fabri (nato il 31 dicembre) è rinviato a data da destinarsi.
Ora, al di là dell’amara considerazione che il tempo passa, i figli crescono, e questa sarà la prima Playstation non mia (fino alla PS4 ne sono sempre stato il fiero proprietario) ma di mio figlio, devo dire che in tutte le mie puntate a Game stop ho sempre trovato la fila. Una fila ordinata e distanziata fuori dal negozio, fatta di ragazzetti più o meno brufolosi, mamme con istruzioni scritte, miei coetanei dall’aria torva o sognante in coda per se o in missione per conto dei figli.
Bene, i geni della finanza avevano deciso di fare una speculazione sulle azioni di Game Stop.
In particolare avevano organizzato una “vendita allo scoperto” (o “short selling”, per gli addetti ai lavori, o semplicemente “short” per i fighetti).
La vendita allo scoperto –pensate un po’ che cos’è la Finanza- altro non è che una scommessa sul ribasso di un titolo.
Tradizionalmente per guadagnare dalle compravendite bisogna individuare qualcosa che immaginiamo possa salire di valore, comprarlo a poco e venderlo a molto, quando la crescita di valore si sarà realizzata.
Ma all’alta Finanza questo non basta, Loro vogliono guadagnare anche quando ritengono che un titolo stia per perdere valore, così si sono inventati questo strano strumento di “ingegneria finanziaria”: quando credo che un titolo perderà valore, posso venderlo anche senza possederlo, allo scoperto appunto. Lo vendo al suo valore di oggi (diciamo 100) incassandone il prezzo; poi quel titolo lo comprerò effettivamente dopo un po’ di tempo, al prezzo che avrà in quel momento; se allo scadere del mese il titolo sarà effettivamente sceso di valore (diciamo che intanto è calato ad 80) pagherò il prezzo di 80, e mi terrò i 20 di differenza rispetto ai 100 che avevo incassato.
E ho guadagnato 20 senza alzare un dito.
Bisogna ancora aggiungere che la vendita allo scoperto può essere un’operazione ordinaria, di quelle che i grandi fondi compiono quotidianamente, investendo qualche manciata di milioni, oppure straordinaria.
Quando viene fatta una vendita allo scoperto straordinaria il Fondo è talmente sicuro della discesa di un titolo da investirci Miliardi (MILIARDI!), una specie di “All in” da tavolo da poker.
E la statistica insegna che quando gli squali dell’alta finanza iniziano a vendere allo scoperto in maniera massiccia, sanciscono una specie di condanna a morte per l’azienda interessata.
Questo avviene sia perché gli Hedge Fund un po’ di fiuto di solito ce l’hanno e i loro calcoli se li sanno fare, sia perché si innesta un meccanismo psicologico del tipo: Se quella vecchia volpe di X vende un titolo allo scoperto, vuol dire che quasi sicuramente il valore di quel titolo scenderà, quindi meglio vendere ora prima che il prezzo cali.
E per la nota Legge della domanda e dell’offerta, che ancora domina i mercati di tutto il mondo, se tanti vogliono vendere un qualcosa e pochi la vogliono acquistare, inevitabilmente il prezzo di quel qualcosa scende.
Senza contare i non dichiarati (ma inevitabili) scambi di cortesie tra Colleghi dell’alta finanza: “Caro X vedo che ti stai giocando una barca di soldi, ti aiuto vendendo anche le mie di azioni (e mi tutelo dall’eventuale calo), ma tu mi raccomando, tienine conto. A buon rendere….”
Si innesta così una reazione a catena che porta al rapido deprezzamento delle azioni, e quella vecchia volpe del Signor X incassa centinaia di milioni per il buon esito dell’operazione di short selling.
E poco importa che il repentino calo di quei titoli porterà probabilmente nel mondo reale al fallimento dell’Azienda, in cui ci sono dipendenti che la mattina si alzano e vanno a lavorare, contributi da versare, fornitori da pagare, merci da consegnare. Non interessa se ci sono o meno vite, famiglie, storie legate a quel titolo. Più il valore del titolo scende rapidamente, più lo speculatore guadagnerà dalla sua operazione.
Tutto chiaro sin qui?
Bene. Perché a questo punto della storia entrano in gioco gli Analisti di Wall Street (che mi stanno antipatici a prescindere, sembrano i Nazisti dell’Illinois).
Gli Analisti di Wall Street hanno previsto che così come Blockbuster è stato spazzato via da Netflix, le piattaforme di Gaming on line avrebbero presto massacrato i negozi “tradizionali” di giochi, pronosticando di conseguenza l’inevitabile discesa delle azioni Game Stop.
E così qualche Eminenza Grigia in qualche bell’ufficio ha voluto seguire le indicazioni degli Analisti di Wall street, e ha deciso di fare un All in: una vendita allo scoperto di diversi MILIARDI DI DOLLARI sulle Azioni di Game stop.
I Report sono chiari, l’occasione è ghiotta, e gli analisti di Wall street ci azzeccano quasi sempre.
Ma a questo punto il destino beffardo gioca la sua carta.
Evidentemente né i nostri analisti di Wall Street né le eminenze grigie della finanza sono mai andati a Game Stop a chiedere notizie della Playstation 5 per i loro figli (al massimo ci avranno mandato qualche lacchè)
Se lo avessero fatto avrebbero visto la coda quotidiana di ragazzi più o meno brufolosi, e mamme, e miei coetanei dall’aria torva o sognante, e magari un campanello di allarme gli sarebbe scattato. E invece niente.
Così accade –all’insaputa degli Analisti- che molti dei ragazzi più o meno brufolosi in fila da Game Stop siano anche assidui frequentatori di Reddit, un Social network americano ad alta percentuale di nerd.
Su questo Reddit tra le altre cose c’è una “stanza” (più o meno l’equivalente dei gruppi su Facebook) chiamata r/Wallstreetbets incentrata sul tema del trading “amatoriale”: compravendita di titoli effettuata tramite app per piccoli risparmiatori. In America è tutto grande, e quella stanza è frequentata da milioni di utenti, la cui voglia di giocherellare con le app di trading è amplificata dalla noia del Lockdown.
Così ai primi di gennaio su questo gruppo si sparge la voce che Melvin Capital sta effettuando un’enorme vendita allo scoperto di azioni di Game Stop.
I ragazzi di Wallstreetbets un po’ il meccanismo lo conoscono, e sanno che se Melvin Capital investe così forte sulla vendita allo scoperto di Game Stop, il destino della catena è segnato.
La cosa un po’ gli rode, molti a Game Stop ci sono affezionati, e il social si riempie di mugugni contro i maledetti dell’alta finanza che in modo spietato decidono il destino delle aziende. E un po’ parte l’onda nostalgica di quanto piaceva Game Stop ai frequentatori del forum, e un po’ monta l’odio per gli squali dell’alta finanza che fanno milioni sulle spalle dei dipendenti e dei piccoli risparmiatori.
E dal ribollire dei post rabbiosi e indignati, ecco che arriva il post di Jack.
Jack ovviamente è un nome di fantasia, così come è solo una mia supposizione il fatto che probabilmente Jack aveva pagato a Game Stop l’acconto per la Ps5 del figlio, e non ci stava a vederlo chiudere senza ritirare il suo regalo.
Ma il nostro Jack lancia l’Idea: “E se gliela facessimo pagare cara a quei maledetti?”
Che detta così non pare una grande idea, ma Jack va avanti: “Siamo in tantissimi qui a lamentarci, ma se invece di limitarsi a parlare ognuno di noi inizia a comprare le azioni di Game Stop, possiamo far salire il prezzo, e gli facciamo perdere miliardi”
In effetti se in tanti comprano, il prezzo sale (domanda e offerta); e se il prezzo sale chi ha venduto allo scoperto ci rimette una barca di soldi: l’idea in teoria funziona, e sono in molti ad evidenziarlo.
Ma un’idea, per quanto bella, resta solo un’idea finchè non c’è qualcuno che fa il primo passo e la mette in pratica. E qui entra in gioco Nick (altro padre in attesa di Ps5?) che ad un certo punto posta:
“Fatto!”
“Fatto cosa?” chiede Jack
“Ho comprato 50 azioni di Game stop”
A quel punto Jack non può tirarsi indietro: ha lanciato l’idea, c’è uno che lo ha seguito, ora deve mettersi in gioco anche lui.
“Ecco qui” e posta la ricevuta di acquisto di 100 azioni Game stop.
E’ il 12 gennaio 2021, e le azioni di Game stop sono quotate $19,95.
Alla discussione quel giorno partecipavano migliaia di persone, e al comparire delle ricevute di acquisto qualcosa scatta nella testa dei ragazzi di Reddit.
I “Me Too” accompagnati dalla ricevuta di acquisto diventano decine, poi centinaia
Il 13 gennaio il valore delle azioni è salito a $ 34,40.
Jack, Nick e i ragazzi più o meno brufolosi esultano: “Funziona, Continuiamo a comprare!”
Qualcuno calcola che essendo il valore quasi raddoppiato, il dannato fondo speculativo sta perdendo quasi la metà del capitale investito: la consapevolezza scatena la ferocia dei piccoli risparmiatori, che capiscono che possono finalmente fare male al gigante. Hanno finalmente trovato il modo di vendicarsi dei grandi speculatori, e l’hashtag “This is the way!” diventa virale.
E poi qualcuno probabilmente capisce che può anche guadagnarci, perché se la febbre continua (e sulla stanza r/Wallstreetbets ci sono milioni di utenti) il valore delle azioni di Game stop può continuare a salire, e alla sete di giustizia si unisce la sete di guadagno.
E così la febbre sale, e al grido di “This is the way!” migliaia di americani continuano a comprare azioni di game Stop.
Il 19 gennaio le azioni arrivano a 50 $, il 25 toccano quota 90 $.
A questo punto gli Hedge Fund (i grandi fondi di investimento) vanno nel panico, capiscono che la crescita è inarrestabile e pur di coprire -almeno in parte- le perdite fanno l’unica cosa che gli pare possibile: iniziano a comprare azioni Game Stop.
Ma questa abnorme richiesta di azioni Game Stop fa letteralmente impazzire il prezzo (domanda e offerta):
Il 27 gennaio si arriva addirittura a 300 $. Il 31 gennaio si raggiunge il picco, con la quota record di 514 $ per azione.
La conseguenza per i Grandi Speculatori che avevano investito massicciamente sullo Short Selling è disastrosa: articoli di settore riportano che il fondo Melvin Capital per far fronte alle PERDITE ha dovuto chiedere un prestito di 2,7 MILIARDI DI DOLLARI.
Tutto il mondo della finanza è scosso fi nelle fondamenta, e i rappresentanti dei grandi fondi sono comparsi a gridare in Tv chiedendo nuove regole (sic!): pare che agli squali non piaccia tanto che le sardine si uniscano tra loro.
Non sappiamo come andrà a finire questa storia, in questi giorni il prezzo delle azioni Game Stop è ridisceso, pare che la situazione si stia normalizzando.
Ma qualcosa è cambiato.
A volte succede che un Davide con la sua piccola fionda sconfigga Golia con la sua enorme mazza.
A volte succede che i social network anziché essere un ricettacolo di Fake News e commenti biliosi diventino il mezzo per fare massa critica e provocare azioni concrete.
A volte succede che i piccoli si uniscono in nome di un ideale e riescono a fare qualcosa di grande, rendendo il mondo un posto un po’ più migliore.
E’difficile, è imporbabile.
Ma a volte succede
#StorieDaCaffè