Lezione n. 8: Quelle maledette mattine!

Non ti riesce di trovare nulla accidenti. I calzini sono tutti spaiati e, comunque, non ce ne sono più di 4 nel cassetto.

Le magliette termiche tutte sporche, pantaloncini e pantacollant tecnici lerci.

Non parliamo della giacca antivento che hai dimenticato nella macchina della tua amica proprio ieri!

Il Garmin è scarico.

Non hai fatto la spesa.

Sole manco a pregarlo, in compenso il cielo ha preso un coloregrigio minaccia che non ti piace affatto, e per finire tira pure un forte vento.

Sono terminate le uova e poi, insomma, era un sacco di tempo che volevi rimettere la tua maglietta preferita, e invece te l’ha fregata tuo figlio per utilizzarla come pigiama!

Ti aggiri per la cucina chiedendoti cosa puoi ingurgitare oltre il caffè visto che non c’è l’ombra di alcuna proteina, di alcuna barretta proteica, e nemmeno di una semplice galletta!

Spettatore di questa irrequietezza decisamente comica, il tuo compagno, che sta li, con una tazza fumante di caffè bollente davanti e un meraviglioso toast scottato con prosciutto crudo e fontina, il secondo toast per essere precisi.

Ha già buttato giù anche una banana ed uno yogurt grasso alla frutta, e si ti sta venendo l’acquolina in bocca.

Ti guarda lui, mentre tu imprechi anche in aramaico perché hai lasciato le scarpe da corsa in macchina, ed esci come una furia a prenderle per finire di vestirti in casa.

Quando rientri ti guarda ancora e ti dice: “ma non è che per caso, non hai molta voglia di correre oggi”.

Con aria di disprezzo gli rispondi a denti stretti “ma come ti è venuto in mente!”

Ma ti pare che non ti va? Ma proprio no! Queste cose a te non capitano, forse agli altri, a te no, figuriamoci.

Mentre grugnisci frasi di protesta incomprensibili, con la calma di un ruminante ti fa notare che i calzini e tutto l’abbigliamento da corsa sono semplicemente riposti nel catino della biancheria pulita e profumata, proprio li sulla sedia accanto alla porta, e voilà c’è anche la giacca antivento.

Poi, generosamente, sfila il prosciutto dal toast e ti risolve anche il problema della proteina, ricordandoti che tra l’altro dovresti cibarti anche di un carboidrato che non sia sottile come una carta velina, dato che il kilometraggio da fare non è proprio esiguo…

Allora lo guardi in cagnesco e gli dici “tanto non posso andare comunque ho l’orologio scarico”.

“Be? Esci senza”

“E come lo misuro il percorso?”

“Perché non lo sai a memoria?”

A quel punto ti arrendi, capisci che ti hanno scoperto ancora prima che tu scoprissi te stessa.

Tuo figlio si stropiccia gli occhi si sfila la maglia e te la porge in silenzio con un piglio serio e troppo, troppo saggio.

Ok mi arrendo no non mi va, oggi proprio no – ammetti sconsolata. Il tuo compagno si alza ti accarezza i capelli e ti dice: non sarà per sempre, è solo un momento!

Affermazione che ti causa l’arrabbiatura definitiva perché lui non corre, ma è comunque più intelligente di te!

Ha ragione, infatti, non ti va ma è solo un momento in un intera vita, solo una mattina, solo un giorno in mezzo a mesi di allenamento: fugace e privo d’importanza.

Così mentre ti rimetti a letto avverti una sensazione di piacere per il caldo giaciglio, mista a odio e frustrazione per te stessa, perché non sei riuscita a correre.

Affondi la testa nel cuscino e ti senti un po’ Rossella O’Hara in libera interpretazione: “domani è un altro giorno … un altro giorno per correre!

A presto gente

Chiara Scardaci

 

 

 

 

 

 

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