Tra i tanti momenti che compongono un evento podistico, forse il meno considerato e vissuto, è quello dopo il traguardo.
Hai ancora la medaglia al collo bagnata di sudore, lo stesso che hai tirato fuori per conquistarla e mentre ti avvii al ristoro pensi alla gara appena terminata facendo un’analisi spesso condizionata dal senno di poi: “in quel tratto potevo tirare di più”, “al ristoro bere con più calma”, “negli ultimi km accelerare per fermare il cronometro a qualche secondo in meno”.
In ogni caso, sei contento e beato, con l’adrenalina che circola ancora furiosamente in corpo e vedi gli altri runners, arrivati che come te, che hanno stampato in viso un gran sorriso, subito immortalato da un selfie.
Una volta rassettato a dovere, ti gusti il “pasto del giusto”, in cui ti concedi ogni cosa per sublimare la ridda di emozioni appena vissuta che poi, per noi amatori, è la vera essenza di questo sport.
Giunge il momento di andare via ed è lì che a volte giunge la malinconia: è finito tutto!
L’attesa,l’emozione della partenza, i 1000 pensieri avuti durante la gara e le tante persone con cui abbiamo condiviso un tratto o l’intero percorso si sono dissolti in un amen, a testimonianza di come il tempo voli quando si fa qualcosa che piace.
Nella zona del traguardo ormai ci sono poche persone, con il solo speaker a caricare di entusiasmo un’atmosfera tornata placida, mentre accoglie gli ultimi arrivati a cui regalare un incoraggiamento e un’applauso.
Si torna verso casa, con una medaglia e qualcosa da raccontare a chi ci aspetta e nel contempo resta quel senso di malinconia che svanisce prontamente alla domanda: “Dove si corre domenica prossima?”
Pier Del Casale