Free park, free walk, free run…

Quello che sta succedendo sulle strade tra il Quadraro e Porta Furba nel quartiere Tuscolano di Roma e una forma di ribellione stradale estrema, un’azione che tutti denunciamo come sbagliata ma che in fondo al portabagagli dei sentimenti abbiamo pensato almeno una volta di mettere in pratica.

A Roma siamo 2.851.129 abitanti in città circolano 2.701.023 autovetture.

Il rapporto uomo-macchina è di 1,05 macchine per ogni cittadino.

Come si può avere un rapporto di sana convivenza tra lo spazio a disposizione in relazione alle strade e le auto che vi circolano?

IMPOSSIBILE.

Quante volte durante le nostre lunghe corse tra i quartieri di Roma o semplicemente nel giro sotto casa, dobbiamo arrivare e dei compromessi per correre bene?

Lungo i marciapiedi, tra le strade più o meno trafficate e parcheggiate, necessitiamo di uno schema di sopravvivenza urbana, dobbiamo mettere in pratica delle opzioni che sono entrate nella tecnica di corsa, un insieme di start and go entrati ormai di fatto nel nostro ciclo di preparazione atletico necessario alla propria incolumità.

Approfittiamo dell’alba per non creare problemi a nessuno, ma spesso le macchine i problemi li creano anche da ferme. Parcheggiate ovunque, senza limiti, senza regole, senza una misura civica della convivenza. Non basta arrabbiarsi, sbraitare o semplicemente alzare i tergicristalli per dare un segnale a chi l’ha messa male, per far capire che così non si fa.

Avete mai provato a dire al genio del traffico di turno che ha fatto una cosa che non doveva, che era in doppia fila creando problemi alla circolazione, che ha parcheggiato in zona riservata ai disabili o sopra uno scivolo per passeggini e carrozzine?

Mai nessuno che chieda scusa, mai nessuno che riconosca il proprio errore.

Tu sei solo un intralcio lungo la sua strada. In auto siamo isolati, fermi e incuranti di chi vive la città a una velocità diversa. Il ragionamento di tutti è uno solo: “Non devi crearmi problemi, non devi rompere i coglioni che c’ho da fa”.

Guai a intralciare il percorso altrui, ricorda che se devo unire il punto A al punto B Google dice che quella deve essere la strada da fare, tu ti devi levare di mezzo, costi quel che costi.

Il PARKMAN MISTERISO, il vendicatore di tutti gli scivoli dei marciapiedi occupati, il super eroe delle strisce pedonali forse deve essere arrivato poco oltre il mio grado di sopportazione, ma non tanto più in là di quanto io stia imprecando su questa pagina.

Sembrerebbe che aver marchiato 4 auto con altrettante scritte, quante ne risultano dalle cronache giornalistiche, sia bastato per sollevare una lista di commenti articoli esponenziale.

Colpirne 4 per sollevare una protesta prima social e poi chissà.

Perché nel nostro paese puoi toccare tutto: posti di lavoro, sanità, potere d’acquisto, etica politica ed onestà intellettuale, ma guai a scendere in strada per sporcare la mia auto o minare la santità del parcheggio sotto casa, qualsiasi esso sia, compreso quello che i 2.701.023 piloti al volante elevano a buen retiro per la propria automobile, il resto sono problemi vostri, girate alla larga ma ben larghi, così non strusciate la mia macchina.

 

 

 

al degrado

Marco Raffaelli
Appassionato dello sport e di tutte le storie ad esso legate. Maratoneta ormai in pensione continua a correre nuotare pedalare parlare e scrivere spesso il tutto in ordine sparso