“Acido Lattico” è diventato un podcast

“Acido Lattico” è il romanzo scritto da Saverio Fattori 15 anni fa e che grazie a Rai Play Sound, da febbraio scorso, è diventato un podcast in 14 puntate.

Ad Alta Voce è il programma che lo ha ripreso nella sua costante attualità. Il progamma radiofonico racconta pagine di letterature del mondo con le voci delle migliori attrici ed attori italiani.

Saverio Fattori è un autore senza maschere, non ti prende per il culo. Nelle sue analiai sa essere scomodo e affilato come 20 giri di pista con recupero attivo. Conosce l’animo umano di chi corre, dei fantasmi emiraggi di successo.

“Acido lattico” è un testo ancora vivo e pulsa sotto le fasce muscolari di schiere di atleti sopravvalutati, forse, sfiniti da preparatori incapaci, probabile, ma che in ogni caso ancora sperano di vincere senza soffrire.

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Il romanzo di Saveri Fattori, pubblicato nuovamente da Oligo Editore di Mantova, è una vicenda in cui si indaga sul mistero di un suicidio e la faccia oscura dello sport professionistico. L’atletica leggera a livelli d’eccellenza è preparazione estenuante e dedizione assoluta.

Il podcast è letto da Giovanni Ludeno. Registrato da Marcello Anselmo negli studi della radiofonia del Cptv Rai di Napoli con Flavio Ammendola. “Acido lattico” è un romanzo di atletica leggera ed è la storia di una disfatta. Perennemente annunciata, cercata, evocata e alla fine ottenuta.

“Noi atleti siamo esseri commoventi. Stupidi. Molto stupidi. Ci affezioniamo alle scarpe.” Al centro della vicenda, quasi sempre su una pista, c’è Claudio Seregni, classe 1980, promessa dell’atletica italiana.

Claudio raccoglie minuzie, cerca brandelli di storia personale in mezzo al flusso delle vicende del mondo. Come tutti o quasi. Solo che il resto del mondo, nella narrativa di Fattori, è sempre scisso, costituito da altri esseri umani e soprattutto da altre debolezze.

“Qualcosa che sfugge alla mia natura votata al malumore e al fastidio.” Claudio Seregni, che pure dice di non amare la fotografia perché la vita è così lineare che non bisognerebbe trattenerne proprio nulla, si circonda di icone, debacles di altri atleti, o mezzi atleti, ferma l’immagine lì dove la promessa si è persa.

“Non c’è ricircolo tra il mio corpo e l’universo.” Seregni Claudio vive in una galleria muta di belle speranze sempre avariate mentre “Acido lattico”, romanzo del 2008, galleggia in un italiano pieno di sospensione e quasi di poesia pur tra i termini tecnici e le considerazioni urticanti di un personaggio fascio e disperato, omofobo e reazionario.

Urla “Non ho una vita di scorta” e in effetti non ce l’ha nessuno. Fattori, con occhi cerchiati di viola, e una penna inclemente descrive un mondo di fatica non necessaria e regala una lettura ripida, documentata e verosimile di un mondo avvizzito per la mancanza di sponsor, confuso da tutti coloro che non vogliono invecchiare, un mondo di uomini per uomini.

“Non so chi sei. Vorrei solo che ti scordassi di questa storia, che in ogni caso non è la tua storia. C’è dolore. Davvero troppo dolore. Anche per me, che di dolore mi nutro.”

SAVERIO FATTORI (Molinella, 1967) ha pubblicato articoli per i mensili “GQ” e “Correre” e romanzi per Gaffi Editore e Meridiano Zero. Il suo ultimo libro è Finta pelle (Marsilio, 2020).