Lo spogliatoio è la tappa obbligata per chi corre.
Quante volte sei entrato e non avevi voglia neppure di cambiarti, prima di una gara o di un allenamento. Sentivi freddo e con una stanchezza cronica eri con la testa altrove.
Intorno a te c’era chi aveva fatto tutto, soddisfatto e sfranto dal proprio lavoro in pista.
Le loro chiacchere, le “tattiche”, le discussioni sui risultati, gli sfottò, i silenzi ed i musi lunghi di chi aveva fallito.
Ti è bastato vederli e sentire i loro commenti sulle ripetute e le aspettative sulle gare di domenica.
Le gioie e lo spumante schizzato dappertutto di chi aveva vinto
Lo spogliatoio è la terra di nessuno e di tutti, un luogo di concentrazione e smarrimento, lo spogliatoio non è un luogo ma un’entità estratta che rappresenta l’ombelico del mondo sportivo.
Grazie a lui eccoti con il gruppo che spingi in curva ai primi 3000 e te ne aspettano altri 4.
Sei un’altra persona, la stessa che tornerà sotto la doccia e farà ripartire il circolo virtuoso che solo uno spogliatoio sa mettere in movimento.
Per questo se un allenatore pretende che tutti nello spogliatoio insieme è importante come quando impartisce le ripetute da fare sul tartan.
“Fare spogliatoio” è molto più di una frase fatta, è un progetto di vittoria è la direzione verso la quale andrà un gruppo senza lasciare nessuno indietro.
Potere dello sport.