Allenarsi a Roma è diventato un incastro matematico

Da quando ho iniziato a correre, 10 anni fa, ho cambiato più squadre che maglie con cui mi alleno. L’ho fatto perché per me il mondo del running è un mezzo per stare insieme alla gente, conoscere tanti amici e vivere lo sport in libertà.

Così, per non scontentare nessuno, alla fine mi sono iscritto alla Runcard Fidal.

“Dai, così sarai libero di andare dove vuoi con chi vuoi tu” –  ho pensato.

Poi, con il passare del tempo, ho iniziato a seguire gli allenamenti di diversi gruppi nei luoghi sacri della capitale dedicati al running.

Si tratta di spazi pubblici e strutture sportive che con il tempo si sono elevati a sancta sanctorum del podismo capitolino.

Basilica di San Pietro e Paolo
Stadio dei Marmi
Villa Glori
Villa Borghese
Stadio Paolo Rosi
Biscotto di Caracalla

Ero così felice di vivere con i miei amici la fatica e la gioia di correre. Per non perdere un allenamento navigavo tra siti delle squadre, pagine e gruppi di Facebook e più leggevo e più vedevo che i diversi gruppi, per quanto asserissero di essere aperti a tutti, di fatto non si incontravano, alcuni non volevano proprio più incrociare le strade di altri.

Io sono un matematico e la materia, oltre ad essere il mio pane quotidiano, spesso è la chiave per capire e interpretare aspetti della quotidianità in apparenza lontani da calcoli impegnativi.

Elaborando il concetto di insieme, ovvero di una collezione di elementi come i componenti di una squadra, ho capito cosa è successo.

Il risultato dall’analisi socio-podistico-relazionale è che in città la proprietà di intersezione tra la squadra A e la squadra B è un risultato improbabile da verificarsi. In matematica si può concludere che non si riesce a costituire un insieme che includa gli elementi in comune dei due insiemi A e B.

Di conseguenza correre in libertà in questo stato di cose è un esercizio di algebra lineare articolato.

Per capire dove e con chi mi potrò allenare senza incorrere in nepotismi, antipatie, capricci di brand, mi sono ritrovato a compilare il calendario degli allenamenti come se fosse una matrice.

Si tratta di una tabella ordinata di elementi in grado di rappresentare i diversi oggetti, i miei allenamenti appunto, come valori che dipendono da due parametri, nel caso della Capitale, il giorno di allenamento e il luogo prenotato da un gruppo o da un altro.

La matrice è a tutti gli effetti uno strumento centrale dell’analisi matematico-podistica del sottoscritto. Allora, io vorrei capire… perché abbiamo stravolto il nostro mondo?

Perché non andiamo oltre le logiche territoriali e proviamo a fare nostro il concetto che Uno più Uno fa Tre.

Non due, che detto da un matematico è la misura di come il mondo lo miglioriamo collaborando, cooperando in modo da condividere l’esperienza e includendo.

Sono certo che alla fine del calcolo si otterrà un risultato più grande che soddisfa tutti,  compresi i numeri all’arrivo degli allenamenti.

(Un matematico impenitente)

 

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