Il 25 aprile vicino allo Stadio dei Marmi e nello Stadio Olimpico si respirava un’aria magica, la potevi leggere negli occhi di tutti i runner, camminatori e partecipanti alla Corsa di Miguel.
Occhi che ridevano, occhi che brillavano di una luce particolare, di una felicità quasi fanciullesca.
C’era chi tornava alle gare dopo un tempo “sospeso”, un tempo troppo lungo, che ci aveva fatto dimenticare la bellezza della condivisione. C’era chi si avvicinava al mondo delle gare per la prima volta.
Laura, una fitwalker, al termine della gara mi ha detto che si era emozionata, ed il suo sorriso spalancato e il suo sguardo stupito raccontavano tutta la gioia e la sorpresa per quello che aveva appena vissuto: chiacchiere, sorrisi, musica ovunque, l’ingresso allo Stadio Olimpico!
Valeria, dopo aver intonato i cori della sua Roma, entrando allo Stadio non era riuscita a trattenersi e si era commossa.
C’è chi ha fatto il pb, chi ha corso solo per divertirsi.
E poi…e poi c’erano loro, i capitani trasportati sulle joelette della SOD Italia Running Team e i bambini della Fondazione Sirio e i Tetrabondi con i tricicli.
Quella doveva essere la loro corsa, e caspita se lo è stata! Quella mattina il lungotevere era loro, lo Stadio Olimpico era loro, Roma era loro!
Ho raccolto i racconti e le emozioni di una delle tante joelette che hanno partecipato, quella del Team Alex, con la certezza che rappresentano il comune sentire di tutti.
Antonella:
Non sono brava ad esternare le mie emozioni, anche se dentro di me ne provo tantissime. Riassumo tutto facendomi scendere, “molto più facilmente”, una o più lacrime sul viso.
E naturalmente ieri ho reagito così, appena ho toccato il manico frontale sinistro della jolette che accompagnava il nostro capitano, ALESSANDRO.
Sì, la mia postazione è stata quella, e per tutto quel viaggio così pieno di tante nuove sensazioni, sono stata lì, lì mi sentivo bene, intercambiandomi con i miei compagni di questa nuova fantastica avventura.
Abbiamo fatto tutti quei 10 km con una gioia interiore che ci scambiavamo l’un l’altro con uno sguardo, un consiglio, un sorriso, un’aspettare e rispettare il ritmo dell’altro. I 10 km della Miguel sono volati sotto i piedi senza neanche che me ne accorgessi, e subito è apparso l’arco dell’arrivo.
Quelle emozioni così profonde che ho provato ieri oggi sono ancora con me e le vivo così intimamente da farmi pensare che è stato solo l’inizio di una lunga nuova esperienza.
Luisa:
Alessandro, ieri sei stato il mio Capitano, ma chi ha portato chi a quel traguardo trionfale dentro lo Stadio Olimpico? Chi ha dato a chi? Per chi era il tifo e l’adrenalina a mille? È da ieri mattina che me lo chiedo e nel non trovare risposte ho compreso il senso di quello scambio, del trasmettere e ricevere emozioni e gioia, di dare e prendere sorrisi, di “daje” urlati e sentiti nel cuore. Non sapevo cosa aspettarmi dal nostro incontro ed ero anche un po’ preoccupata, ma il tuo entusiasmo mi ha rassicurata, vederti saltare sulla joelette mi ha fatto sentire che potevo farcela, che saremmo stati bene insieme. Aspetto la prossima avventura caro Ale…la prossima volta però mi lego i capelli che ho capito che ti piacciono tantissimo!
Daniele:
È passata una giornata. Ad oggi ancora fatico a trattenere le mie emozioni quando racconto ai miei amici quello che ho vissuto ieri.
Ieri ho dato un significato alla mia passione per la corsa.
Ho visto i sorrisi meravigliosi del nostro Capitano Alessandro. Nei volti di Antonio, il papà di Alessandro, che era là con noi a correre sul percorso, e nei volti dei genitori degli altri bimbi ho visto l’emozione e uno sguardo di gratitudine per quel nostro piccolo gesto.
Ho visto gli occhi di Anna Claudia, che nei giorni precedenti da noi riceveva milioni di messaggi per organizzare tutte le squadre, pieni di gioia per la mattinata.
Il mondo della disabilità è un mondo fatto di sofferenza, di sacrifici, ma anche di tanti sorrisi.
Ancora oggi è un mix di emozioni, a cui fatico a dare un nome. E poi, sentendo Luisa e Antonella, scopro che non sono il solo. Ma di una cosa sono certo. Questo cammino è appena iniziato.
Marco:
Vista la location in cui si correva mi sono venute subito in mente due cose: l’ingresso dal tunnel sotto la SUD e il coro che per anni e anni ho cantato a squarciagola: Un Capitano, c’è solo un Capitano!!!
Ecco, su questo pensiero mi sono dovuto ricredere perché, dopo aver passato 10km in compagnia del nostro CAPITANO Alessandro, credo che gli unici capitani da acclamare siano quelli come lui e spero con tutto il cuore di avere altri 10-100-1000 capitani come ALEX.
Venendo alla gara, posso dire che mai 10km mi sono sembrati così brevi, abbiamo gridato, fischiato, incitato come se non ci fosse un domani, tutti uniti e tutti con la voglia di condividere con il nostro CAPITANO quel percorso tra sorrisi, fischi, urla e tanti applausi.
Per chiudere vorrei fare i complimenti a tutti noi del Team che, anche non essendoci mai visti prima, abbiamo dimostrato una coesione ed una collaborazione che il team della Ferrari ce spiccia casa! Grazie di cuore a tutti e A-LES-SAN-RO! A-LES-SAN-RO! A-LES-SAN-RO!
Livio:
Il mio pensiero va ad Alex, che ci ha permesso di accompagnarlo in una esperienza indimenticabile. Grazie per le emozioni che ci hai regalato.
Claudio:
Ringrazio Alessandro per le emozioni che mi ha trasmesso, per tutti i 10 km percorsi insieme. Per me doveva essere una semplice corsa, ma grazie a lui si è trasformata in un percorso che non scorderò mai. Tagliare il traguardo tutti insieme mi ha fatto sentire parte di qualcosa di unico.
Grande capitano! Grande team!
Antonio, il papà di Alessandro:
Sono il papà del capitano della Alex Team. La Miguel di ieri è stata meravigliosa, mai e ripeto mai ho visto una palese manifestazione di felicità di Alessandro come quella di ieri. Ancora prima della partenza era entusiasta, regalava sorrisi a tutti, saltellava rimbalzando sulla joelette. Ieri era la prima volta che ci incontravamo con i runner del Team, ma subito si è instaurato un feeling tra tutti, uno per tutti e tutti per uno, tutti ragazzi meravigliosi che hanno trasmesso amore, gioia di condividere. L’incitamento del pubblico lungo il percorso, il stare sempre tutti insieme uno vicino l’altro, sensazioni uniche. È vero, ad Alessandro abbiamo regalato una giornata speciale, ma molto di più lo è stata per me. Questa è l’inclusione, trovarsi senza conoscersi ed insieme condividere la gioia di regalare qualche momento di felicità a chi, senza nessuna colpa, difficilmente può goderne, relegato a vita su un divano. Il problema enorme delle persone con disabilità è che per loro il mondo è troppo veloce, non c’è mai tempo per loro, e così stanno sul divano perché tutti sono impegnati nel correre. Ieri gli abbiamo regalato la VELOCITA’.
Come dice Anna Claudia, la mamma di Irene: ci dovrebbe essere una corsa di Miguel al giorno.
E allora, alla prossima “Miguel”!