Al mondo ci sono amori di prima e di seconda classe. Ci sono quelli ai quali durante e dopo il viaggio va rispettato ogni servizio e assistenza nonché dinamica relazionale e altri per cui sparire e non parlare più sembri sia dovuto, almeno da una delle due parti. Il motivo è sempre lo stesso: “cosa ci dobbiamo dire più, tanto non andavano da nessuna parte”. Ma la domanda più giusta sarebbe: “cosa mi hai detto a fare tutte quelle parole durante il viaggio se sapevi che non andavano da nessuna parte?”
La differenza tra le due posizioni, come sempre, la fanno le persone e non le condizioni esterne ai due, non chi viaggia nello stesso vagone, tanto meno cosa si vede dal finestrino.
Perché ci sono cuori che sono foderati con il tetrapak e sfruttano la luce ma non la temperatura dell’amore.
Si sanno far amare, ma quando c’è da mettersi in gioco fanno un doppio giro e si chiudono belli e sempre freschi. Sono i pendolari delle emozioni, viaggiano tra mille persone ma non sanno farne tesoro, parlano e non ascoltano. Prendono ma non sanno dare oltre il loro lamento fine a se stesso, il quale diventa colonna sonora del non saper vivere a pieno con tutti. Perché di tutti i viaggiatori presenti non ne fanno tesoro e il confronto sarà utile solo quando staranno più scomodi di loro, scelta necessaria per risollevare l’ego malandato che si portano nella valigia.
Chi ci viaggia insieme resta prima ammaliato da tanta vivacità, ma poi, come i pendolari, fai la fine di tutti, diventi un pendolare del cuore pure tu.
Gli amori di seconda classe vivono momenti esaltanti e tragici finali. Storie lunghe e commoventi, spesso in ombra da tutti, che terminano con un sms quando va bene a male parole quando non sanno ragionare. Ti mettono fuori dalla loro vetrina, dentro la quale si sentono ormai arrivati e insindacabili nella loro scelta di finire tutto.
Ma non è qui che si esaurisce la loro visione distorta dei rapporti. Il bisogno di coltivare il loro ego malconcio li porta a prendere ancora una seconda classe e ripartire da capo e ovviamente con il cuore insacchettato e pronti a una nuova vita dentro la vita di altri inconsapevoli viaggiatori.
Gli amori di seconda classe sono il passaggio senza ritorno di chi ci crede e si butta verso quel treno in corsa rischiando di travolgere se stessi e il loro mondo.
Perché quando hai il cuore senza difese, il vento che produce il convoglio lo fa diventare ancora più insicuro e te lo porti dietro per sempre. Così sei lì che cerchi di capire che fine abbia fatto quel vagone dentro il quale avevi riposto tutte le tue speranze. Avevi sistemato ogni suppellettile, indumenti ed emozioni ed eri certo che più nessuno ti avrebbe fatto scendere.
Perché nella tua visione positiva della vita la seconda classe è quella chiassosa, colorata è piena di vita. Ma questo lo pensavi solo tu.
E tu da solo adesso sei ancora davanti alla pensilina degli arrivi. Cercando di capire, con la speranza di un passaggio, solo per vedere che cosa è rimasto di quel mix di follia e lucidità.
Adesso che ne parli serenamente puoi essere certo che ogni giorno è più acceso grazie luce della consapevolezza di un cuore che mai sarà sotto vuoto e che i conti con i limiti falli fare agli altri.
In fondo in matematica non sei mai stato un genio e tra primo e secondo ordinamento non hai più voglia di salire su nessun treno. Meglio camminare e stare al sole.