Qualcuno ha scritto āLa corsa ha questa grande capacitĆ , di tirar fuori l’essenza, il meglio che ĆØ dentro ognuno di noi, contro la noia, contro la solitudine, contro il deserto del cuoreā.
Ieri ho corso la mia quinta Roma Ostia e ho dovuto correre contro nuovi avversari.
La mia prima Roma Ostia era senza aspettative, coinvolto da mio Fratello e da Marco per trascinarmi in questo mondo.
Tutte le altre sono arrivato allenato, preparato e sempre piĆ¹ consapevole di nuove capacitĆ che nel tempo avevo scoperto. Il mio avversario era il crono dellāanno precedente ed il mio fisico, cosƬ come la mia mente, era preparata alla sfida.
Ogni corsa sempre con i soliti rituali: Lāappuntamento con gli amici, lo svestimento, la borsa ed il riscaldamento. La griglia e poi lo start e via insieme passo dopo passo fino al traguardo, la medaglia, le foto insieme e le solite domanda: Quanto hai fatto?
Ieri mi sono alzato sapendo che era una corsa diversa, tutto oggi ĆØ diverso. Nessuno del mio gruppo correva, nessun rituale da seguire ma soprattutto nessuna preparazione per affrontarla.
Gli ultimi 21k erano stati proprio quelli fatti qui ad Ottobre, dopo di che un lungo periodo di pausa e molti cambiamenti personali.
Insomma, gli elementi per non andare cāerano proprio tutti, ma poi mi sono domandato: Cosa cambia se non la fai? E perchĆ© dovresti farla attraverso delle abitudini?
Il mondo ĆØ dinamico, la vita ĆØ dinamica. Tutto cambia intorno a noi continuamente e mai nulla si ripete esattamente nelle stesse condizioni. Cambiamo noi attraverso le esperienze che facciamo, ma questi cambiamenti in realtĆ rafforzano e confermano delle caratteristiche che abbiamo e che mi piace pensare essere la nostra essenza. La nostra singolaritĆ .
Beh credo che la mia sia portare a termine le cose, perĆ² in questo caso senza le quattro gare precedenti mai ieri sarei andato.
Lāesperienza ha rafforzato la consapevolezza, che conseguentemente ha spinto sulla motivazione, spostando lāattenzione al futuro e non a recriminare sul passato, subendo i cambiamenti.
CosƬ sono andato, ho creato dei miei nuovi rituali, sono andato in griglia e sono partito. Primi 10km media 4:40 pronto ad affrontare la leggendaria salita del campeggio. Vado sicuro, io di solito in salita miglioro il tempo. Oggi si vola, mi dico.
Ma no.
Non stavolta.
Le gambe si sono gonfiate, quasi mi scoppiavano.
Invece di superare le solite centinaia di persone venivo superato.
Certo, penso dentro di me, Mirko hai iniziato un nuovo allenamento di pre-pugilistica e da 1 mese lavori caricando sulle gambe.
Eccolo. Un nuovo imprevisto, un nuovo cambiamento. Via unāaltra sicurezza consolidata.
5:30 allāundicesimo
5:30 al dodicesimo.
La mente ha iniziato a suggerirmi di lasciar perdere. āTorna indietro Mirkoā mi sussurra metro dopo metro.
Ho deciso, mi dico.
Mi fermo, bevo e torno indietro.
Mi racconterĆ² che oggi volevo solo provare e sarĆ² contento lo stesso.
Tanto correndo solo avrĆ² anche la scusa che non cāera un supporto per il momento difficile.
Sono convinto, mi fermo.
Allāimprovviso unāaltra voce mi dice: ā Ma a chi vuoi prendere in giro? Domani sai che ti sentirai di aver fallito?ā
Penso, faccio altri passi. Guardo lāorologio e giro a 4:44, 4:43 e 4:50 al 13-14-15.
Le gambe hanno ascoltato il pensiero migliore e scelto per me.
Vado dritto verso il mare. ChiuderĆ² a 1:43 e sarĆ la prima volta che non miglioro. Ma sono felice.
Ho corso con me stesso, contro me stesso ed insieme a me stesso. Ho guardato al futuro, prendendo dal passato le emozioni che determinano la forza della nostra essenza e sono andato avanti.
PerchĆ© lāunica cosa che possiamo fare ĆØ andare avanti, prendere consapevolezza del nuovo contesto ed in continuo cambiamento ed usare il tempo come una benzina ā fortunatamente gratis di questi tempi ā che alimenta ed incendia i nostri super poteri.
Lāunica cosa che va indietro sono i Gamberi, anche se in fondo, sono sicuro che potendo intervistarli affermerebbero che quello ĆØ solamente un modo diverso di andare avanti.
Mirko Lalli