Nel mondo dello sport, e non solo, i modelli di riferimento femminili e maschili sui social network spesso sono causa di un senso di inadeguatezza agli occhi di molti adolescenti.
I loro telefoni sono diventati specchi deformi di una realtà artefatta.
Nel nostro paese 9000 persone ogni anno si ammalano di disturbo del comportamento alimentare, un dramma sociale iniziato negli anni ’90 e che si è diffuso con ancora più forza grazie alla rete, ai social e alle app di foto ritocco che esaltano corpi di fatto inarrivabili, che a guardarli dal cellulare fanno male, risultati di canoni malati.
Dal Ministero della Salute si apprende che in Italia anoressia e bulimia riguardano più di tre milioni di persone, di cui il 95,9% sono donne e il 4,1% uomini.
In questi giorni sto ascoltando Specchio, il podcast di Fiorenza Sarzanini, vice direttrice del Corriere della Sera prodotto da Chora Media, che racconta come si cade in un disturbo alimentare, come lo si riconosce, e soprattutto, come se ne esce.
In ogni puntata si approfondisce la tematica sui disturbi alimentari con medici, psicoterapeuti e storie di ragazze e ragazzi che si sono prima annientati, ma che, grazie alle cure, si sono poi salvati.
Il corpo parla, diventa messaggio, racconta la giornalista nel presentare il podcast, il corpo dice quello che la testa nega: ho bisogno di aiuto. Ad avere bisogno di aiuto oggi sono tutte le persone – giovani, giovanissimi e meno giovani, donne e uomini – che soffrono di un disturbo alimentare. Una malattia feroce, dalla quale però si può guarire.
I numeri sono preoccupanti, perché i disturbi alimentari sono la terza “malattia cronica” più comune fra i giovani.
I pazienti hanno un’età fra i 15 ed i 24 anni e presentano un rischio di mortalità 10 volte superiore a quello dei loro coetanei.
La percentuale di crescita dei disturbi è salita del 30% tra il 2019 e il 2020.
L’età si è abbassata drasticamente causa il lockdown prolungato, con bambini di 8 anni che hanno manifestato crisi di panico, non riuscendo a dormire e manifestando i sintomi dei più grandi: rifiutano il cibo o lo divorano fino a farsi male.
Durante i mesi peggiori della prima ondata della pandemia da covid 19, tanti giovani influenzati dai social network hanno iniziato a camminare in casa per ore, calcolando esattamente quante calorie avrebbero bruciato per ogni ora. Quando sei malato hai un corpo fragile e una volontà di ferro, solo che è una volontà autodistruttiva. Si genera un corto circuito tra il dentro se stessi e il fuori.
La Sarzanini racconta la storia di Laura, una ragazza ricoverata a Villa Francisci di Todi, il Centro Disturbi del Comportamento Alimentare, una struttura residenziale, semiresidenziale e ambulatoriale all’avanguardia per la cura di queste malattie.
“Ti guardi allo specchio, ma non ti piace ciò che vedi e fai di tutto per cambiarlo e nel contempo stai lanciando un grido d’allarme, un aiuto e lo fai non mangiando più.”
Il disturbo alimentare comanda la vita di tantissimi giovani e giovanissimi.
Il Lockdown ha richiuso in se stessi tanti ragazzi. I pensieri si sono spostati sul proprio status, sul proprio fisico e carattere. Pensieri che erano celati sono emersi con atroce freddezza e mancanza di dialogo.
In Italia le persone che soffrono del disturbo del comportamento alimentare sono oltre 3 milioni, molte si sono ammalate nell’ultimo anno e mezzo.
Se stai male non vuoi perdere peso per stare meglio, anzi, lo fai per punirti, perchè stai male in mezzo agli altri, perchè non stai bene con te stesso.
Il disturbo del comportamento alimentare altera la percezione che hai di te e mina i rapporti con gli altri.
Prima si interviene e più il disturbo è guaribile, più si può intervenire sull’ossessione del corpo.
La bulimia non è, come spesso si pensa, il contrario della anoressia. Le persone che ne soffrono possono essere magrissime, compensando vomitando o usando metodi di compenso e riescono a raggiungere livelli di magrezza come nella anoressia.
Delle patologie, anoressia e bulimia, l’anoressia nervosa è quella meno prevalente, al contrario della bulimia nervosa che è la più infida e pericolosa.
Generalmente le ragazze cominciano con una anoressia restrittiva, poi non ce la fanno a restringere, passano alla bulimia con abbuffate e metodi di compenso, il risultato è sempre la magrezza patologica però ottenuta in tutt’altro modo.
In questo momento storico le patologie prevalenti alla fine sono tutte quelle del discontrollo degli impulsi, ovvero bulimia nervosa e disturbo d’alimentazione incontrollata.
Ne abbiamo parlato con Francesco Fagnani, Dottore in dietistica e nutrizionista sportivo, per capire se nel mondo dello sport ci sono abitudini alimentari distorte, comportamenti compulsivi e ossessivi giustificati dalla performance in gara o in allenamento.