Quanto stiamo vivendo nella vita di tutti i giorni ha avuto un forte impatto sull’industria cinematografica mondiale. Per capirne gli effetti siamo andati a parlare con una star del cinema americano.
Storiecorrenti ha avuto il piacere di incontrare Edith Falco (ringraziamo la nostra amica comune Rossella, qui in foto con Edith Falco).
Attrice americana, conosciuta per i suoi ruoli come Carmela Soprano nella serie HBO The Sopranos (1999-2007), la serie che è considerata una delle più grandi di tutti i tempi.
Edith Falco ha ricevuto sei nomination agli Emmy, vincendone tre come miglior attrice protagonista in un serie drammatica, oltre a vincere due Golden Globe e cinque Screen Actors Guild Awards.
Vive a New York con il marito e due figli, attivista sul fronte difesa degli animali ha lavorato con la PETA in molti progetti. Ama fare sport e vivere in modo sano la sua città.
Edith, come è cambiato il tuo lavoro con il Covid?
Da quando c’è il Covid è molto cambiato. Ci sono così tante precauzioni da mettere in atto che molte delle cose che normalmente mi piacevano del mio lavoro sono sparite: socializzare, scherzare, la spensieratezza, non ci sono più. Tutti sono coperti da DPI (dispositivi di protezione individuali) e da mascherine.
Ci sono alcune aree dei set cinematografici in cui le persone possono stare e altre in cui non possono, non puoi mangiare e ridere con altre persone.
Un periodo davvero difficile. Io sono molto grata di poter lavorare durante il Covid, ma molte delle ragioni per cui lavoro sono sparite a causa di tutte le misure attuate, spero che troveremo la via per tornare a una vita normale.
Credi che il cinema, come luogo fisico, sarà ancora il centro dello spettacolo nelle nostre vite?
Io penso che niente sarà mai in grado di competere con l’esperienza di stare seduti in un cinema. È proprio come sedersi in un teatro, un teatro reale, un teatro dal vivo. Penso che ci sia qualcosa di speciale nello stare in una stanza con altre persone, non devi per forza conoscerle, ma sapere che stanno vivendo esperienze simili a te, secondo me, rende l’esperienza in una sala molto più grande e più significativa.
Quando sei a casa, puoi alzarti puoi camminare e mangiare, o mettere il film in pausa. Tutto questo è molto comodo e le storie sono state modificate in modo da dare allo spettatore una certa esperienza che cambia non appena decide di metterla in pausa. Quindi non credo che ci sarà mai una vera competizione tra guardare uno spettacolo sul tuo divano e guardarlo in un cinema.
Il Covid entrerà nelle storie che ci sta raccontando il cinema?
Sì, penso che ci saranno storie sul Covid. Non c’è modo di ignorare il fatto che questo è stato un capitolo molto impegnativo per il mondo intero. Io vivo a New York, e proprio come dopo l’11 settembre, quando c’è stato un periodo di instabilità e le persone non sapevano se potevano fare storie sull’11 settembre, penso che le persone continueranno a raccontare storie di persone riguardo il modo in cui hanno affrontato il Covid nella vita, nelle relazioni, nell’amore, nella genitorialità, nei figli.
Sono sicura che ci saranno storie su Covid, ma il Covid è un capitolo, e passerà anche lui.
Che rapporto hai con lo sport?
Sono sempre stata un po’ un maschiaccio (Tom boy commenta Edith scherzando). Ho sempre amato lo sport, giocavo sempre con i ragazzi e mi arrampicavo sugli alberi e da adulta sono stata una grande fan del baseball, perché i miei genitori lo erano, e poi sono diventata una grande fan del basket perché quando è giocato bene, è come un ballo.
Sono così smossa da ciò che questi giocatori sono in grado di fare per passare un pallone dietro la schiena senza guardare sapendo che qualcuno è lì per prenderlo.
Lo sport è molto significativo per me, soprattutto in una città come New York, dove faccio tanti esercizi e rimango in forma e ricopre una parte importante della mia vita. Mi fa stare bene, perché ti senti bene con te stessa, in salute e con gli altri.
Grazie Edith.