SMALLTALK, L’EFFETTO DELL’ARTE

Oggi risulta difficile non diventare banali e scontati a voler parlare di arte, cultura in genere, e far vedere luoghi già conosciuti e sviscerati da blasonate trasmissioni tv.

Confrontarsi con produzioni nazionali e con budget di un certo rilievo, era perdente. Subito. Quando anni fa pensai a SamllTalk, creai una bozza di progetto per una piccola tv locale.

La mancanza di denaro però, ha fatto si che il tutto si arenasse molto velocemente e senza possibilità future, almeno nell’immediato.

Il 2020, nei mesi terribili del Covid, chiuso in casa, tar le tante idee, riprendo il vecchio progetto, mi attacco al telefono e metto su un gruppo di amici, tutti spinti dalla voglia di fare senza sapere dove poter arrivare con un progetto simile.

Niente soldi ma tanta voglia di fare.

Nasce così SmallTalk, punto di partenza, un vecchio cinema abbandonato di Petrella Tifernina. L’idea di partenza è quella di far risorgere la cultura, da un luogo che ne era artefice e che ora, diventa la rampa di lancio di un nuovo format e un nuovo modo di comunicare attraverso le immagini.

Consapevole di dover affrontare i conservatori mediatici, quelli che “Se vai in un paese ne parli” o “Le riprese devono essere statiche” o ancora “I dj in una trasmissione che deve promuovere il territorio? Roba da pazzi”. Inizio difficile, era complicato per me anche spiegare cosa avessi in mente. Il primo che, incredulo ma accondiscendente verso un progetto che intravedeva solo, il mio socio Mario Scatolone.

A farla breve, oggi SmallTalk è un gruppo di 20 persone tutte animate dall’euforia del format e dalla gratificazione che la Regione Molise ha creduto in noi e che un privato (Dimensione srl) ci affianca nel viaggio sul territorio.

Il linguaggio del format è smart. Convivono benissimo e si intrecciano creando 40 minuti di informazione, danza, musica, live, unplugged, interviste.

Il tutto, decontestualizzando l’artista dal suo luogo d’origine. SmallTalk fotografa l’effetto dell’arte sulla collettività, non cerca didascalicamente la star di turno ma, dialogando nel salotto della puntata, in soli 7 minuti, sviscera la sua caratura di artista cercando di capire cosa arriva al pubblico del suo lavoro, se il suo approccio, la sua postura pubblica, il suo eloquio, sono di successo e di facile lettura.

Ed è così che SamllTalk rompe gli schemi della tv e nei salotti, attori dialogano con musicisti, scrittori conversano con attori, professoresse discorrono con writer e la danza e la musica, fanno da collante al tutto mentre le immagini della location diventano il sottofondo video a tutto.

Se la camera si muove sui protagonisti e cerca una smorfia o un sorriso non convenzionale, se uno scorcio di un vicolo mai visto, se una tradizione viene raccontata
senza parole, se a parlare del luogo in cui ci si trova, sono solo le immagini, se non ci sono giornalisti in giacca e cravatta e cameramen statici, allora questo è SmallTalk.

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Charles Papa