LA CORSA NELLA TUA VITA FARÀ ANCHE DANNI

È primavera, i prati sono in fiore e a te è venuta la voglia di iniziare a correre come si deve.

La decisione è figlia di alcuni saggi consigli. Ma non ti hanno detto tutto, tra cui il fatto che la tua vita non prenderà una strada migliore.

Perché quando sarai un runner vero ricorda che tutto cambierà e te ne accorgerai nel momento in cui, ogni giorno della settimana, il tuo solo pensiero sarà:

“Quando correrò?”
“Meno male che ho corso”
“Vado a correre”

Quando la corsa si pianta nella tua vita non credere a chi ti dice che sarai sempre bello e in forma.

In particolare, in certe mattine fredde d’inverno, ricorda le mie parole: quando è ancora buio e ci sono -2 gradi, guardati allo specchio prima di uscire per il solito giro del palazzo vestito tipo palombaro, e capirai.

Non è vero che lo sport unisce e crea legami, perché quando arriverai a correre sei giorni su sette, selezionerai le amicizie e le frequentazioni e tutto si concentrerà nelle 24 ore di riposo, dove il numero di persone che ti andrà di vedere sarà fisiologicamente ridotto all’osso, decisione sgradevole e inappellabile quanto necessaria.

Nella vita familiare di uno che corre valgono altre regole nei dialoghi di convivenza:

“quando corre papà?”
“ha corso papà?”
“andrà a correre papà?”

Lo stato di salute del suddetto componente familiare è verificato, almeno una volta l’anno, da una domanda che si bisbiglia, il lunedì mattina, in certi angoli di casa:

papà ieri non ha corso, che ha? sta male?”

Quando la corsa arriverà nella tua vita non pensare che tutto sarà rose e fiori.

Non credere a chi ti dice che il running è uno sport povero, manco per niente.

Spenderai più soldi di un campione di polo senza avere un cavallo. Il guardaroba della Ferragni impallidirà a confronto dei tuoi cassetti della corsa, ma tu insisterai a mettere sempre le stesse due maglie in croce.

Foraggerai i conti in banca di qualsiasi professionista del settore medico e non solo: NUTRIZIONISTA, OSTEOPATA, FISIOTERAPISTA, ORTOPEDICO, PSICHIATRA (…arriverà anche lui, non temere)

“Basta ho voglia di cambiare, mi darò ai Trail”

vedrai che dirai anche questo.

E in casa, senza commenti, ti guarderanno sconfortati, ma fingendo approvazione perché già sanno che amarsi significa ritrovarsi in una gelida mattina di ottobre, con i bambini che piangono, ai piedi di un monte in attesa del tuo ritorno con le guide alpine al tuo fianco, perché hai voluto tanto provare le nuove scarpe su un sentiero non battuto…

“La corsa è salute”, ti dicevano gli amici del campo di allenamento. Oggi hai più di un dubbio, non sei dimagrito, non vai manco a calci e odi tutti quelli che nelle loro foto su Facebook hanno il 4 davanti al minuto a km, ma pure il 5 e spesso il 6….

La vita social di chi corre è lacrime e disperazione compensata da post endorfinici che ti faranno vedere il mondo come se fossero tutti: GRANDI, IMMENSI, EROICI.

Infine, tornerai a fare le gare sperando che questa pausa sia servita in qualche modo a mitigare certi atteggiamenti estremi, ma tanto già lo sai che non sarà così.

Rifarai 6 gare al mese.

Stalkerai il tuo allenatore alle 3 di notte perché stai in ansia per la prima gara dell’anno (la corsa del giocattolo – 5km).

Firmerai quel prestito a 72 comodissime rate per iniziare una volta per tutte il pataccone delle Six major.

Ma felice come un bambino a una gita ti farai la foto più bella del mondo al Tavern on the Green, consapevole che ti sei voluto un po’ più bene, tutto sommato senza aver fatto troppi danni, diciamo.