Il mese di gennaio è sempre un mese delicato, per certi versi il più importante dell’anno, in cui si tirano le somme dell’anno appena terminato e si imposta il nuovo piano di lavoro con i nuovi obiettivi.
Dopo i bagordi di Natale e Capodanno è sempre piacevole riprendere le buone abitudini e definire i buoni propositi per l’anno che deve iniziare.
Normalmente si è più predisposti al sacrificio dopo che si è stati appagati da qualche piacere.
Proprio per questo motivo, anch’io che sono un’atleta professionista, mi concedo qualche strappo alla regola in più prima di tornare a lavorare duramente per i traguardi che mi sono prefissata.
Come già accennavo negli articoli precedenti, per me è molto importante la ricerca dell’equilibrio interno, gli eccessi non portano mai sulla buona strada.
Gli inglesi utilizzano il termine Balance, che secondo me esprime molto bene il concetto.
Nell’ultimo articolo ho affrontato il tema della nutrizione ed integrazione, dal punto di vista di un’atleta non dal punto di vista di un nutrizionista (ci tengo a fare questa precisazione, in quanto non sia la mia professione), concentrando l’attenzione non sulla rinuncia ma sul corretto rapporto con il cibo, come fonte di energia.
Una domanda sorge spontanea:
Ma un’atleta come si regola durante i periodi di Festa (Natale e Capodanno principalmente)?
La mia esperienza negli anni mi ha insegnato a onorare le feste perché parte della nostra tradizione, non saranno due settimane fuori dalle righe a rovinare una stagione agonistica.
Il calendario del triathlon nazionale ed internazionale ha inizio normalmente nel mese di marzo, questo vuol dire che c’è tutto il tempo per costruire una condizione fisica ottimale nell’arco di 3/4 mesi, che prevedono normalmente un lavoro di costruzione di base che incrementa di mese in mese.
È del tutto inutile avere delle fissazione in periodi così lontani dalle gare.
Lo spirito di sacrificio è maggiore quando si ha la consapevolezza di dove si vuole arrivare, il traguardo è sempre il punto di arrivo di un percorso in salita, ogni tappa del percorso si raggiunge a piccoli step, ogni step è una rinuncia in più e tanto duro lavoro.
Iniziare questo percorso avendo già rinunciato a tutto spesso non da margini di miglioramento.
Per me ogni anno è come scrivere un capitolo nuovo dello stesso libro, cioè della mia storia, mi piace vedere l’evoluzione del mio fisico e della mia condizione sia atletica che mentale.
Spesso mi capita nei giorni che precedono una gara di osservarmi allo specchio e di capire esattamente a che punto del percorso mi trovo, mi basta uno sguardo, perché ogni muscolo del mio corpo mi comunica qualcosa.
Lavorare con il proprio corpo permette di cogliere anche queste sfumature.
Buon allenamento e al prossimo articolo.
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Alice Betto