“Scusa Buz guarda che le cialde dei caffè nella dispensa sono di tutti, e le usiamo quando non funziona il distributore grande.”
“Si lo so, ma non ho spicci con me e mi va un caffè”
Che rompi palle quello, non lo sopporto, e la smettesse di chiamarmi così, io il caffè non lo voglio pagare, si fottesse, lui e quelli come lui. Sempre a fare il salutista perfettino del cazzo, con quella faccia da maratoneta spiritato. E’ tornato adesso dalla corsa e si esalta facendo il controllore delle buone maniere.
Oggi è il 23 del mese, manca ancora una settimana e ho retto bene con i 21 euro che mia moglie mi ha dato come budget mensile. 15 giorni lavorativi, 1,50 euro al giorno, l’abbonamento metro bus falsificato in casa da quello di Carla non si è smagnetizzato e siamo a novembre.
Il pranzo racimolato dalla cena di ieri era secco e senza sapore, ma mi ha saziato. Il rinfresco del collega a metà mattina aveva fatto già la sua parte e mi sono preso un paio di panini da portare via.
Questo mese ho guadagnato come se mi avessero pagato due volte. L’assicurazione della macchina l’ho rinnovata con l’agevolazione interna supplicata all’amico di mio padre che lavora in agenzia sotto casa. La retta dell’asilo di Elisa l’ho contrattata riducendo al minimo le ore di presenza il pomeriggio, mandando quella rompi cazzo di mia suocera a riprenderla sempre prima delle 15.30.
I buoni pasto me li hanno dati anche se sto facendo meno ore per seguire il ricovero di mia madre. E’ in ospedale da un mese, non capisce più niente e se vado un’ora dopo non le cambia nulla e io mi garantisco comunque il ticket per il pranzo. Sono da 7 euro ciascuno e finché non mi daranno quelli elettronici, continuo a vendermeli al portiere di casa garantendomi altra liquidità mensile.
Io con voi non voglio avere nulla a che fare, lavoro, striscio il badge e non vi chiedo nulla, siete una manica di stronzi.