E’ tra le vie della città, in mezzo a gente che ti vedeva correre che hai visto gli occhi di quelli corrono. Tra le macchine e i tavolini dei bar all’aperto, incontri chi conosce la fatica e come te decidono di non stare fermi.
Tra tanta gente c’è lo sguardo di chi ha corso all’alba e vorrebbe ripartire con te in quell’istante.
Di chi non può perché sta male e vive la corsa come un nemico.
Di chi non può ma sta bene e ama te e la corsa.
Quando corri in mezzo alla città ci sono gli occhi dei runners.
Ci sono gli occhi di chi è stato un runner.
Quando sei acceso dalla fatica, e sei fiero di quella gioia indotta nasce un dialogo non verbale con chi ti vede arrivare da lontano, diventi un evidenziatore dell’impegno e ti parlano con un cenno o una smorfia, seguono ogni tuo passo e ti incoraggiano.
Gli occhi del runner, lo sguardo di chi ha iniziato da poco e ha più fame di chilometri di quella portata al bar con i colleghi.
Di chi ti guarda per capire a quanto corri e se ti ha già visto in gara.
Di chi ti guarda solo le scarpe.
Di chi ti guarda se sei stanco.
Ci sono le strade dei runner, le vivi a riposo e quando ci corri sopra cambiano la forma, riconosci i punti di riferimento e ti ci aggrappi per non sentire alcuna fatica.
Poi ci sono due tipi di persone che fondono ogni spazio, diventano distanza e unione: quelli che non ce la faranno mai e chi, malgrado ciò, promette che domani comincerà a correre, e arriverà il giorno in cui tu, da fermo, lo guarderai felice nella sua corsa.