Con lo scorrere dei chilometri possiamo scegliere di essere gioiosi.
Se c’è di mezzo una maratona, la gioia che si prova correndo può diventare una compagna inseparabile, presente sino a quel traguardo che non è un semplice confine atletico, ma una meta per la vita.
Questa vita tutt’altro che perfetta… in cui di motivi per non essere felici ne possiamo trovare a secchiate.
Ma c’è sempre qualcosa che giunge a noi durante la nostra corsa e ci aiuta a coltivare la gioia.
Può essere lo sguardo di qualcuno che amiamo, parole gentili che abbiamo pronunciato o che abbiamo ascoltato dire dagli altri per noi, una telefonata inaspettata, un encomio per un lavoro ben svolto, una casa pulita, un figlio che supera un ostacolo, un letto appena fatto, una cena calda preparata con amore.
Può essere un semplice colore nel cielo all’alba, o un altro runnerche ci saluta, o magari un paesaggio di campagna, il profilo della montagna, una pioggia inaspettata, l’odore dell’erba appena tagliata, un gatto che ci guarda un po’ sospettoso dal ciglio della strada.
Se corriamo tutto cambia prospettiva, inclinazione, colore e la nostra gioia nel correre diventa una vera e propria attitudine ad essere felici nonostante tutto e tutti.
Nei lunghi di preparazione non pensiamo alla fatica, al dolore, alla motivazione che a volte sembra perduta, ma alla gioia che corre accanto a noi: rafforziamola, lasciamo che cresca kilometro dopo kilometro, invitiamola soddisfatti alla fine dell’allenamento, a entrare in casa, a fare la doccia e a sedersi con noi sul divano per bere un frullato.
Lasciamo che ci cambia la vita, la nostra e quella di chi è accanto a noi, perché alla fine di ogni seduta quello che resta è la gioia che la corsa ci ha trasmesso, una gioia contagiosa che abbiamo il dovere di portare con noi e di condividere affinchè anche gli altri possano goderne.
La gioia è il frutto più prezioso della corsa, il suo risultato più incredibile, e non dovrebbe essere scambiato per un semplice corollario, un appendice che può esserci o no.
Se non sorridiamo abbiamo perso in partenza la nostra medaglia più significativa: quella gioia nel correre che gli altri all’inizio magari non comprenderanno, ma che poi diventerà il motivo per cui vorranno che ci alleniamo più di ogni altra cosa al mondo.
E se ancora non siete convinti, se state pensando che la gioia non appartiene allo sforzo della corsa, allora se proprio non ci tenete, fatelo per le persone che amate e che vogliono vedervi sorridere.
I miei amici buddisti mi hanno insegnato che i frutti della meditazione, in termini di amore, compassione, saggezza, non sono solo per noi, ma anche per gli altri.
Per la corsa è lo stesso: i meriti del nostro andare arrivano anche a chi non corre con noi, ma appartiene alla nostra vita.Quale regalo più grande quindi, se non quello di inondare di gioia tutta la casa, ogni membro della famiglia, gli amici, i colleghi di lavoro, ogni creatura, semplicemente sorridendo di quella gioia pulita, filtrata dal sudore e dalla fatica che solo la corsa sa regalare.
Siamo fortunati non solo perché possiamo correre, ma perché possiamo coltivare la gioia e diffonderla come un epidemia!
Ed è inutile che continuate a tenere il broncio perché vi aspettano i vostri primi 25 km… lo so che vi ho strappato anche solo un sorriso…
Una grande gioia a tutti voi, siate felici!
Con amore
Chiara Agata Scardaci
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