Non perdere mai la speranza nelle persone

Io ho un amico che lavora per una grande azienda, la sede è molto bella, colorata e giovanile, la media della età dei dipendenti è bassa e lui è tra i più anziani.

Il suo lavoro è più facile a farlo che a spiegarlo, e come dice sempre è pagato al netto ma il costo della vita è a lordo. Il mio amico ha una laurea e svolge questa attività da sempre, non ne parla mai con nessuno e così la gente crede che non ci sia nulla di cui lamentarsi.

Tuttavia, il mio amico che non è uno sprovveduto, è anche un attento osservatore delle dinamiche aziendali e da sempre si guarda intorno sia nella sua realtà professionale che fuori di essa e vorrebbe capire se le cose che accadono lì dentro sono presenti anche altrove.

Perché quando al mio amico gli chiedono di andarsi a prendere un caffè sotto l’ufficio lui non può scendere e così accampa della scuse agli amici che raramente lo passano a trovare, in quanto non se la sente di dire

”…non posso uscire neppure per una sigaretta durante l’orario di lavoro a meno che io non prenda un permesso.”

Il mio amico quando va a donare il sangue nei giorni feriali non può prendere il permesso “donazione sangue”, ovvero il diritto alla normale retribuzione ed anche al versamento (da parte del datore di lavoro) dei contributi ai fini pensionistici e così capita che per non sentire le osservazioni dell’ufficio del personale va a lavorare nonostante l’impegno civile preso o usa un giorno di ferie.

Voi direte perché non ci va di domenica? perché a volte ci sono le emergenze e non vorrebbe mai che se il bisogno fosse per lui o un suo caro, ci fossero persone che non donano il sangue perché non possono di “martedì!”

Il mio amico quando presiede al seggio elettorale, se la tornata di votazioni impegna anche il lunedì successivo al week end di voto, non può prendere il congedo elettivo e per non sentire il malumore aziendale lo copre con un giorno di ferie.

La società del mio amico, per voce dei responsabili, ribadisce che se tutti facessero così il costo sarebbe molto alto per le casse della azienda stessa!

Il mio amico però non si arrende e continua a sperare che l’impegno civile, se tutelato da una clausola contrattuale tra dipendete e azienda è uno strumento grazie al quale l’intera comunità ci può guadagnare, ma il mio amico è a volte un romantico sognatore.

Il mio amico ha avuto due figli, e non ha mai preso un permesso paternità, anzi una volta lo ha fatto ma è stato ripeso dal direttore generale perché lui deve dare il buon esempio vista la carica che ricopre.

Il mio amico non può tenere il telefono personale sulla scrivania in quanto non è permesso l’uso dei telefoni non aziendali i e così molti altri colleghi si chiudono per le mezz’ore intere in bagno per poter mettere insieme le comunicazioni tra famiglie e impegni pur di non dover attendere la pausa pranzo o l’uscita alla sera.

Al mio amico è “strettamente consigliato” un monte ore straordinari mensili fissi, perché se esci sempre solo dopo 8 ore di lavoro è segno che non dai di più alla azienda.

Al mio amico vengono offerte delle ore di formazione per la lingua inglese me se si svolgono durante l’orario di lavoro deve compensare con ore extra l’orario consueto che ovviamente non sono retribuite come straordinari.

Al mio amico spesso vengono rivolte delle osservazioni sull’orario al quale timbra il cartellino di uscita, alle 18.00 o alle 19.00, perché sarebbe meglio se l’orologio aziendale fosse fermo un po’ oltre “…cosi fai vedere che hai lavorato fino oltre le 18.00 alle 19.00 e non prima..”

Il mio amico ogni giorno che entra in azienda è felice di farlo, sa che il lavoro è la cosa più importante, difende la dignità e il futuro delle persone, ma la sua esperienza gli ha anche insegnato che guardarsi intorno e cercare un confronto è la chiave di volta per non perdere la speranza nelle persone, perché come dice sempre citando un dei sui suo film preferiti …il giorno che accadrà sarà un brutto giorno.

 

Marco Raffaelli
Appassionato dello sport e di tutte le storie ad esso legate. Maratoneta ormai in pensione continua a correre nuotare pedalare parlare e scrivere spesso il tutto in ordine sparso