UN RUNNER IN PAUSA PRANZO

Quando un runner è in pausa pranzo in ufficio non gli dovete dire niente.

Concentrato e isolato si gode il suo monopiatto fatto in casa con dentro tutto quello che sua Maestà l’altissimo e illustrissimo Nutrizionista impone: proteine, carboidrati, grassi, (a volte troppi grassi e anche troppi carboidrati).

Lo vedi seduto in un angolo assolato dell’ufficio, con la sedia rivolta alla finestra e senza dare la benché minima confidenza ai colleghi infila le cuffie e non c’è nulla che possa riportarla alla realtà.

Per circa 30 minuti, il tempo necessario a mangiare anche l’ultimo chicco di riso nero, integrale, biologico al sapore di segatura stagionata, in quel lasso di tempo si chiude dentro i video dei suoi tik toker preferiti.

È serio mentre scorre le scene di disagio atletico e di vita quotidiana all’insegna di gatti, pietanze improbabili e spoiler di serie tv senza vergogna.

Guai se qualcuno prova a chiedergli qualcosa, lui non risponde né si volta per un cenno, un saluto un conciliabolo sulla call del pomeriggio.

Perché il runner in pausa pranzo è più asociale di un Trail runner sfranto all’attacco della forcella Pordoi a due minuti dalla chiusura del cancello.

Studia, ripassa e rivede le tabelle di allenamento che lo mortificheranno al campo la sera con gli amici.

Spulcia le classifiche della domenica appena trascorsa per beccare anche il minimo calo prestazionale del “nemico” di squadra.

Una volta finito il monopiatto torna alla realtà, gonfio come un otre per il carico di legumi in esubero grammatura, scende al bar per un caffè e dissertare con i colleghi sulla sua prossima fatica atletica, speranzoso di fare proseliti.

…non c’è nessuno con lui, non c’è nessuno al bar, controlla la chat e non ha notifiche da nessuno, capi compresi.

Un runner in pausa pranzo è un mondo a parte, felicie, sereno, conciliante e pronto a condividere il bello dello sport, tutto il bello, diciamo.