We Run Rome: corriamoci addosso, solo per una volta

Come ogni anno vado a dare un’occhiata alla We Run Rome scattando foto e filmando la gara.

Mi piace l’atmosfera del 31 dicembre, i tanti giovani che la corrono, i grandi numeri che fa, l’ambiente allegro, rilassato e scanzonato che solo la pacatezza dell’ultimo giorno dell’anno ti può dare correndo in una città più tranquilla e meno nevrotica.

Organizzata in un orario che in altri periodi sarebbe impossibile ma che in quel giorno è realizzabile senza troppi problemi.

La gara attraversa Roma che si prepara ai festeggiamenti, costeggiando le installazioni natalizie ed i monumenti senza soluzione di continuità, in una città piena di turisti e semideserta di romani affaccendati nei preparativi di capodanno.

 

Rivedendo foto e filmati mi viene spontanea una riflessione: che c’azzecca una competitiva l’ultimo dell’anno?

Insomma parliamoci chiaro: ne abbiamo proprio l’esigenza, dopo giorni di bagordi, di correre un’altra volta ancora a perdifiato, con il cuore che pulsa a mille, il viso stravolto, un occhio al cronometro ed un altro sull’avversario da superare anche l’ultimo dell’anno?

Non sarebbe bello per una volta correre per il semplice gusto di correre più lentamente e senza patemi, assaporando Roma come lo si farebbe con un gustoso cioccolatino, sgranocchiando il suo ripieno fatto di gloriosi monumenti, storiche strade, scenografiche piazze.

Perché non liberare definitivamente lo spirito natalizio e spensierato della We Run Rome canalizzandola in un evento più attrattivo, anche turisticamente, verso quelle fasce di popolazione “attiva ma non agonistica” trasformandola in evento esclusivamente non agonistico?

In verità mi sarebbe piaciuto vedere Meucci, che anziché zigzagare tra i partecipanti della non competitiva nelle fasi finali di gara, fare per una volta l’anno quello che tutti i podisti fanno durante la settimana: una corsa tranquilla in mezzo alla pancia dei partecipanti.

Pensate che bello vederlo scambiarsi auguri ed in bocca al lupo per il venturo anno podistico, qualche selfie volante, un allungo finale, forse scherzoso forse no, ridando, per un giorno, più umanità e meno seriosità all’altra faccia del podismo, quello competitivo.

Chiamatemi nostalgico, etichettatemi come un sentimentale ma per un giorno, se solo lo volessimo, tutti lo possiamo fare…anche i campioni.

Daniele Silvioli

 

Daniele Silvioli
Rappresento l’anima interiore e saggia di Storiecorrenti. Mi piace non apparire troppo, restare dietro le quinte a dipingere la scena e a suggerire le battute giuste. Aiuto a non divagare, a semplificare e a centrare l’obiettivo della comunicazione sportiva!