UNA DONNA CHE CORRE NON È COME UN UOMO CHE CORRE

Una donna che scopre la corsa in età adulta non è come quando la scopre un uomo.

Una donna che per amore del suo sport imposta la giornata ponendo in cima alla lista delle cose da fare l’allenamento, non è una donna che sottovaluta il resto, anzi.

Perché quando la vedi girare all’alba per le vie buie di città sta facendo del bene a sé stessa e anche a chi sta a casa.

Purtroppo vista da fuori è una “egoista”, “impazzita per la corsa”, “troppo dimagrita”, “era meglio prima”, “parla solo di quello”, “sta poco in casa”.

Pensateci bene prima di giudicare e cercate di riflettere sul fatto che gli sport di endurance sono stati per troppi anni una prerogativa maschile, come nel mondo del lavoro, se un uomo fa tardi in ufficio “lavora tanto” se lo fa una donna “non ci sta mai in casa”.

Alla stessa stregua vi chiediamo di smetterla di sentenziare sulle abitudini di chi riesce a fare tutto senza sentirsi in colpa di nulla.

Una donna che corre, pedala, nuota, fa yoga, canta, balla, lo fa anche appoggiandosi a chi vive con lei.

Perché un risultato importante, in qualsiasi campo, lo si ottiene facendo un lavoro di squadra e poco conta se i componenti del gruppo sono a bordo pista o sugli spalti.

L’importante è non creare ulteriori separazioni tra i nostri mondi, lo sport è il cardine delle uguaglianze, almeno fino allo start, dopo di che provate a starci dietro, se ci riuscite