Una dialogo tra amici sulla situazione delle corse

BS: Ieri in zona partenza ho visto dei gazebo a cui mancavano solo i divani e le candele. Ai vecchi tempi bastava una canotta di cotone, e un calcio in culo alla partenza e pure “a freddo”.

Si dovrebbe correre come negli anni 70! no ristoro, ti porti il panino con la porchetta, no speaker, metti la musica, no luci la sera, ti porti la frontale da casa (vuoi mettere?), Basta con questo sport da fighette social!  la corsa è un’esperienza brutale, devi metterci passione, abnegazione, sacrificio, dolore, resistenza, fatica! tutte queste comodità le paghi 15 euro: 2 euro la corsa, 13 euro frocerie varie come dice il Maestro!

DB: Così il running finisce del tutto. Oggi alla gente non ne gli va di faticare.

BS: eppure se si proponesse l’alternativa non credo andrebbe deserta, basta mettere le cose in chiaro prima. Però è vero che la gente chiede sempre di più perché ha perso l’essenza stessa della corsa, che è finita in secondo piano. Quando ti abitui alle comodità e ai vantaggi difficilmente torni indietro.

DB: basta dare alla gente ciò che puoi dare, entro certi limiti.

BS: quante gare da10k con più di mille partecipanti ci sono?

DB: non ci sono.

BS: invece ci sono comodità e vantaggi offerti da organizzatori e club che per “accapararsi” il cliente runner ha fatto ponti d’oro aggiungendo servizi e benefit che al giorno d’oggi, complice l’inflazione, hanno raggiunto costi insostenibili, ecco perché vediamo gare su gare annullate ed iscrizioni a gruppi che sfiorano i 200 euro. Il giochetto ha funzionato finché andava tutto bene. Adesso mostra i suoi limiti e i danni affiorano.

DB: vero fino ad un certo punto, Berlino costa molto e ci sono oltre 47 mila iscritti

BS: sabato a Roma in pista a staffetta costava 15 euro ad atleta, 180 a squadra nel tempio dello sport, è assurdo, se fai le gare master con gli stessi servizi paghi 2 euro, come giustificare i 13 euro?

DB: la sensazione è, almeno da noi, che tu organizzatore, vuoi solo guadagnare a scapito dei podisti e dei servizi, ma la realtà fuori dalle gare è un calcolo semplice: 13 euro di pettorale + 20 euro di benzina = La gente corro sotto casa.

BS: se mi parli di Berlino quello è un evento, la corsa è relativa, un percorso piatto come potresti fare a Rotterdam-

DB: tutte le gare dovrebbero essere eventi.

BS: a differenza dei trail dove a parità di chilometraggio il percorso della gara fa la differenza, tant’è che la fortuna di una gara non la fa l’evento ma lo scenario in cui si corre, per questo ritengo il mondo del trail più “genuino” è meno spremuto rispetto alla strada. Ripeto, 2 euro a Caracalla con fidal: gara, cronometraggio elettronico, spogliatoio, doccia, relax sul prato e famigliari sugli spalti…

DB: siamo alla fine, anche perché vado ad un qualsiasi evento infrasettimanale organizzato da chi ti pare, mi alleno, mi diverto e non spendo niente.

BS: Parkrun compresi, e meno male che non c’è la beneficienza sennò costava 20 euro la gara di ieri!

DB: domenica mattina per le strade della città c’era un fiume di gente che correva in gruppi di amici. Fontanelle ovunque, la bellezza di visitare la città tutta per te , zero traffico e tanta voglia di stare insieme.

BS: per tornare a ripopolare le gare su strada devono ridurre ciò che orami è superfluo, pacco gara, premi squadra, gadget inutili. Solo ripartendo dal vero senso della corsa riporti le gare al centro della vita di migliaia di appassionati.

DB: adesso al centro dei bisogni dei runner c’è la voglia di stare bene, senza frenesie, né manie da protagonismo da competizione.

BS: Amen