La notizia dei drammatici eventi della gara di Ultratrail svoltasi in Cina lo scorso weekend ha sicuramente colpito noi runner di tutte le distanze, brevi e lunghe, di pista, di corsa su strada e di corsa in montagna.
Chi non ha mai corso una gara di Ultratrail difficilmente potrà capire la complessa organizzazione di una gara di lunga distanza in montagna: identificare un percorso, pulirlo per renderlo quanto più possibile agibile e corribile, segnarlo con tracce visibili sia nelle ore diurne (bandelle) che notturne (catarifrangenti/led), tenendo in considerazione i tempi di passaggio dal primo atleta all’ultimo partecipante.
Riverificare la presenza di tutte le tracce immediatamente prima della gara (può capitare, infatti, che le tracce vengano accidentalmente rimosse); predisporre rifornimenti adeguati alla distanza, al clima, alla temperatura e all’altitudine e, in punti strategici, allestire basi vita con deposito borse per consentire agli atleti di cambiarsi in previsione della notte o di meteo avverso e spazi / attrezzature per riposare o eventualmente ricevere assistenza, prevedere punti di soccorso.
E’ inoltre necessario definire alcuni cancelli orari per evitare che i concorrenti possano distribuirsi in un intervallo temporale e di percorso troppo vasti, e consentire agevolmente il rientro degli atleti ritirati.
Definire il materiale obbligatorio, incluse riserve idriche ed alimentari minime, telo di sopravvivenza, abbigliamento con determinate caratteristiche di pesantezza e impermeabilità, altri accessori (lampade/batterie ecc.).
Per evitare che il materiale obbligatorio venga sottovalutato, l’organizzazione si riserva di controllare il materiale prima della partenza e, a campione, lungo il percorso, pena la squalifica.
Inoltre i passaggi in quota dovrebbero prevedere vie di fuga, ossia sentieri “facili” che possano riportare, in caso di maltempo o di lieve infortunio, agevolmente verso valle o dove sia possibile ricevere i soccorsi; nonché percorsi alternativi, nel caso in cui, di solito a causa del maltempo, l’organizzazione decide di far transitare i partecipanti su percorsi alternativi, di solito più agevoli e che si mantengono a quote più basse.
Gli organizzatori monitorano costantemente le condizioni meteo e, se necessario, qualora venissero a mancare le condizioni di sicurezza, modificano il percorso anche durante lo svolgimento della gara; un’organizzazione particolarmente seria sa esattamente e in ogni momento in quale segmento di tracciato della gara si trova ciascun partecipante, poiché viene registrato il passaggio dai punti di controllo o addirittura da un gps.
Infine, ogni gara è chiusa dal servizio “scopa”, ossia da atleti esperti che per tutto il tracciato rimangono in coda alla gara e verificano l’eventuale presenza di atleti in difficoltà.
Ovviamente l’elenco non è esaustivo.
Questi sono soltanto alcuni dei punti principali che sono dietro alla macchina organizzativa di una ultratrail.
Non è detto che tutti gli atleti siano animati da particolare spirito agonistico; in molti partecipano per poter godere di una escursione memorabile su un percorso segnato e con tutte le accortezze e sicurezze che l’organizzazione mette a disposizione.
Tuttavia è necessario ricordare che per partecipare sovente sono richiesti alcuni requisiti minimi di preparazione, capacità di autogestione e autosufficienza.
Difficile dire se la tragedia in Cina poteva essere evitata: poteva essere previsto un cambiamento delle condizioni meteo così repentino?
Sicuramente non è questa la sede per trarre conclusioni.
Un’organizzazione “sicura” ha indubbiamente il suo costo, ma il prezzo della vita non può essere ancorato al basso costo di un pettorale!
Ci auguriamo che quanto avvenuto possa almeno essere di monito ad organizzatori e partecipanti, perché una tragedia di questa portata non può e non deve più verificarsi.
Gian Paolo Sobrino