Tutto quello che mettiamo dentro le nostre corse

Eccolo finalmente il fine settimana. Fino a qualche tempo fa rappresentava quasi una festa, l’inizio di un divertimento.

Oggi ci arrivi a fatica, sempre con la sensazione che qualcosa ti sia sfuggito di mano.

Il lavoro, la casa, la famiglia ed anche questa settimana qualcosa di te è andato via.

Non può essere così.

Mi ripeto mentre allaccio le scarpette da running.

Ed è così che con tutto il mio coraggio e forza, mi preparo per il mio momento. Mi preparo a fare ciò che amo di più e che ogni volta mi fa rinascere più piena di vita che mai!

Comunque vada quello che conta non sarà vincere una coppa, collezionare personal best o medaglie. Quello che conta sarà sentire il mio respiro, il mio corpo, farmi scaldare dalla calda luce del sole invernale, sentire l’affanno, salutare i runners che non conosco e passargli accanto.

Ciò che amo di più delle mie corse sono i dettagli, sono quelli a cui ripensi poi il resto della giornata. Sono quelli che ti rimangono dentro, nel cuore.

Il risveglio emozionato il giorno della gara, le spillette attaccate con cura al pettorale, il doppio nodo alla scarpa da running.

Quando passi sotto l’arco di partenza con il cuore a mille e dai lo start al Garmin.

Quando senti lentamente i muscoli sciogliersi ed il fiato spezzarsi.

E tutte le volte che ho pensato di non farcela e sono tornata più forte e felice di prima. Come una guerriera non mi sono lasciata abbattere dalle salite, non ho provato sconforto se per un istante ho pensato di abbandonare.

E poi non ho mai mollato.

Nei passi incerti, ho stretto i pugni, quando la mente avrebbe voluto avere la meglio su di me io non l’ho seguita. Ma l’ho portata dove volevo io, verso il traguardo.

E tutte le mie ferite così le ho curate, correndo. E più passa il tempo, più me ne rendo conto.

E lo vorrei dire e raccontare alle persone perché facciano come me. Perché trovino anche loro un rifugio sicuro nei loro passi.

La corsa è quel momento in cui tiri fuori la parte migliore di te, la tua tenacia, la tua resistenza.

L’atleta svizzera Gabriela Andersen, lo dimostrò pienamente durante le Olimpiadi di Los Angeles del 1984. La maratoneta all’ultimo giro ebbe un colpo di calore ed arrivò completamente disidratata con metà del corpo paralizzato.

Chiunque si sarebbe fermato, in fondo non avrebbe neanche vinto la gara perché continuare?   Nel momento in cui il personale medico si avvicinò a Gabriella per aiutarla all’interno dello stadio, lei li fermò all’istante con un cenno. Sapeva che se avrebbe usufruito di quell’aiuto sarebbe stata squalificata ed allora decise zoppicando di chiudere l’ultimo giro di stadio da sola ed impiegando più di 5 minuti.

Ma arrivò con le sue gambe e concluse la Maratona dell’Olimpiadi di Los Angeles del 1984.

La tenacia ti permette di andare oltre la fatica e di sopportare lo sforzo necessario a portare a termine un compito o raggiungere un determinato obiettivo.

Se ti senti triste, stanco e depresso. Allacciati le scarpette, vai a liberare la tua mente  e vedrai che la corsa non ti deluderà!

Chiara Fierimonte
Mamma, runner e scrittrice. Amo la fatica delle lunghe distanze nella corsa. Se siete a Roma mi trovate all’alba sul Lungotevere dove mi alleno nel fascino di questa città. Grazie alla corsa ho imparato a riconoscere e superare i miei limiti, ma su Storie Correnti parleremo soprattutto di voi!