Mi chiamo Sara e ho 11 anni e mezzo, scrivo dalla mia camera mentre sto guardando fuori dalla finestra, oggi piove e tutto sembra strano.
Si perché alla mia età ti possono mancare molte cose anche quelle che a voi grandi possono sembrare banali.
Siamo tutti in quarantena per questa pandemia, chiamata COVID-19 (Corona Virus), sì si può capire anche alla mia età che bisogna stare a casa, anche se avrei voglia di riabbracciare tutti i miei amici e dirgli che mi mancano da morire, come l’aria di libertà.
Questo virus ha fatto molte vittime e molti contagiati. Anche qui nella nostra città Ciampino dove viviamo ci sono dei casi!
Sinceramente ho un po’ paura. Ora, per il nostro bene, dobbiamo rispettare alcune piccole regole.
Ce lo ripetono sempre, è come un disco rotto: stare a un metro di distanza, evitare luoghi con molta gente, uscire solo se strettamente necessario, lavarsi le mani più del solito e rimanere in casa.
È più di un mese ormai sembra di essere in un tunnel senza fine, ma so che c’è, è lì la luce, sembra lontana, ma se tutti noi ci applichiamo per fare al meglio questa quarantena riusciremo presto ad uscirne.
Molta gente secondo me è incoerente, non gli interessa niente e continua ad uscire per vivere la propria vita.
Come se fossero immuni, pensano di essere i più forti, furbi e che a loro neanche li sfiorerà.
In fondo a noi viene solamente chiesto di stare a casa a leggere un buon libro, vedersi una serie tv, di studiare e magari riscoprire anche quei giochi da tavolo che prima ci sembravano noiosi.
Mentre ai nostri nonni fu chiesto di andare in guerra. Io non so cos’è la guerra l’ho letta e sentita raccontare dai miei nonni, ma so per certo che questo nemico invisibile va combattuto con un’unica arma: restare a casa, al sicuro.
Penso che un piccolo sacrificio si possa anche fare per salvaguardare il nostro meraviglioso paese no?
E voi ai vostri nonni non ci pensate?
Io la sto vivendo con il pensiero sempre fisso, e se i miei nonni si ammalassero ed io non potessi più rivederli e riabbracciarli come mi sentirei?
Le domande che ora mi faccio e che ci facciamo un po’ tutti è quando finirà tutto questo?
Quando potrò riabbracciare le persone a me più care? Quando le potrò rivedere? E devo essere sincera anche quando potrò tornare a scuola. Perché stare davanti ad uno schermo e non avere il contatto umano è davvero triste.
Mi mancano i compagni di classe e la scuola, si manca anche quella.
Mi manca la mia quotidianità anche se è molto pesante con pro e contro mi manca e la rivoglio al più presto.
Mi mancano i miei compagni di Squadra Dei Giovani e Tenaci di basket in carrozzina, i nostri allenamenti e le chiacchierate.
Mi manca l’Athletica Vaticana il presidente Merchor Sancez e tutto lo staff.
Non vedo l’ora di poter riiniziare a correre con la mia carrozzina da atletica e condividere la gioia con tutti gli amici runners per contagiarli sì, ma con il mio sorriso.
Quel sorriso che ho sempre stampato sul mio viso anche se in questi giorni sto facendo la riabilitazione da casa, le fisioterapie alla Fondazione Santa Lucia (dove pratico anche Basket ) sono sospese.
Desidero molte cose, ma quello che vorrei di più è che tutto questo finisca presto, anche perché quella canzoncina delle regole per la prevenzione a questo Virus bastardo non la sopporto più.
È faticoso per me vedere i nonni solo con la videochiamata è brutto e non vedere più il tuo ragazzo è proprio insopportabile.
Avrei voglia di mettermi quelle scarpe, prendere quella borsa e uscire anche per fare un piccola passeggiata, ma uscire!
Io però ho un desiderio penso sia il più grande sì per me lo è: di bere di nuovo un buon te al bar qui accanto e mangiare un pezzo di pizza con i miei amici.
Potrebbe sembrare una sciocchezza, ma solo ora ho capito quanto valga ogni singolo momento di gioia o di tristezza fuori da queste quattro mura, nella vita normale, nella mia vita di tutti i giorni, solo ora so dare il giusto valore all’amicizia, più di prima, più che mai.
Mi chiamo Sara Vargetto e per gli amici sono #sorrisocontagioso