Il mare mi è entrato dentro, mi ha sconvolto la vita e da allora non posso più stare troppo a lungo lontano dal blu.
Un amore liquido.
Mi chiamo Simona, ho 46 anni, e una grande passione: la subacquea.
Il mio amore per il mare nasce da bambina, quando, guardando l’orizzonte blu dal bagnasciuga, mi chiedevo quali e quanti fossero i suoi abitanti, nascosti ai miei occhi curiosi.
Poi la vita con i suoi ritmi ci ha tenuti lontani, ma era destino che prima o poi ci si incontrasse.
E quel pomeriggio di giugno del 2011, durante un battesimo del mare regalatomi da una delle mie più care amiche, il mare mi è entrato dentro, mi ha sconvolto la vita e da allora non posso più stare troppo a lungo lontano dal blu.
Un amore liquido.
Ogni volta è come rinascere.
Mi preparo, indosso l’attrezzatura, maschera sul viso ed erogatore in bocca e vado giù, verso questo elemento che, pur essendo ospite, mi abbraccia e affoga tutti i pensieri.
Non ha importanza che siano 10 metri o 60, che sia su un fondale roccioso o su un relitto, ogni profondità ha il suo fascino, le sue creature, i suoi panorami e le emozioni che tutto questo trasmette.
Dietro ogni immersione c’è un trascorso di studio, di dedizione e tenacia, di paure analizzate e di limiti gestiti; c’è la preparazione, c’è la barca, ci sono gli amici sub che sono la mia spalla, il mio supporto e la condivisione delle sensazioni che ogni esperienza sotto il pelo dell’acqua genera.
E sì, perché la profondità amplifica le emozioni e, allo stesso tempo, ti fa sentire forte per essere capace di esplorare un mondo ai più sconosciuto, e piccola, come una infinitesima gocciolina blu nel grande e amato mare di casa nostra, il Mediterraneo.
Ognuno di noi ha i suoi posti del cuore, il mio è una secca al largo di casa mia, Anzio.
La Secca di Costacuti, un promontorio roccioso sommerso, di origine vulcanica. Un posto davvero magico dove, per presenza di organismi e biodiversità, si fa fatica a credere di essere a poche miglia dalla costa laziale.
E’ un’immersione definita “tecnica” in quanto ci si arriva dopo un bel po’ di esperienza e di brevetti perchè richiede, per lunghi tempi di permanenza, lunghe risalite con decompressione obbligatoria.
L’attrezzatura minima richiede un bibombola sulle spalle e due bombole con gas decompressivi che verranno utilizzati, cambiando bombola a seconda della profondità, durante la risalita.
Tutte le volte che posso è lì che vado a cercare la mia piccola parte di paradiso.
Già durante l’uscita dal porto la mia espressione cambia, divento più rilassata, più felice… E, dopo una discesa nel blu di una manciata di minuti, arrivo nel mio parco giochi sommerso: lunghi rami di gorgonie rosse che si accendono di colore sotto il fascio della mia torcia, candide stelle gorgone con le loro braccia ricciolute, cernie, dentici e tanto tanto altro ancora!
Potrei raccontarne tanti di incontri… l’ultimo domenica scorsa.
Pinneggiavo con calma, guardandomi lentamente intorno, in un ambiente un po’ surreale dato da una visibilità non proprio ottimale, un po’ come l’effetto nebbia in un campo al mattino presto…
Il mio sguardo viene catturato da un movimento e, avvicinandomi, mi trovo di fronte ad un grande esemplare di cernia bruna, e per grande intendo lunga almeno un metro, che se ne sta lì, poggiata sul fondo, tranquilla, con il suo inconfondibile muso dalle grosse labbra, che si lascia osservare senza scappare… uno spettacolo bellissimo!
In questi momenti io mi sento parte dell’universo, mi sento viva, mi sento fortunata.
E c’è stato il pesce luna, le aquile di mare, i dentici, la rana pescatrice… in un elenco di meraviglie senza fine!
E, dopo la parentesi di estasi sommersa, si torna su in un lentissimo ascendere verso la superficie, abbandonati nel blu, un po’ come astronauti nelle loro tute spaziali e in assenza di gravità.
Piano piano la luce aumenta, la temperatura sale, si inizia ad intravedere il disco solare… fino a quando le nostre teste sbucano dall’acqua e si torna a respirare senza erogatore, con gli occhi pieni di gioia e già con il pensiero alla prossima immersione!
Il mare ti insegna la pazienza, le attese, il passo lento per i miglioramenti.
Nel mare si impara il rispetto per il proprio fisico, che non va mai tirato allo stremo: le esagerazioni si possono pagare a caro prezzo.
Forse è proprio per questo che amo di pari passo, come fossero complementari, la subacquea e la corsa (sì, sono una runner!).
Passo dopo passo, immersione dopo immersione, allenamento dopo allenamento raggiungo gli obiettivi che mi sono posta.
E poi c’è l’apnea… ma questa è un’altra storia!
Simona Strada