Sbagliare tutto in maratona, proprio come i campioni

A chi non è mai capitato, a poche ore dallo start, di dichiarare il risultato di una maratona, per scherzare con gli amici o come esito di un piano di lavoro di allenamento con il proprio coach.

Lo diciamo a noi stessi, speranzosi di poterlo rispettare, dall’esordio, alla 20esima maratona, proviamo a capire come andrà una gara sulla distanza regina.

Quello che è successo domenica a Valencia, a Joshua Cheptegei, non è tanto diverso dalle nostre visioni o previsioni di una prova importante.

La mia maratona comincia adesso. Il muro delle 2 ore cadrà“, leggetela come vi pare, fate vostre le parole del campione cambiando il numero dopo quel muro, di fatto, varrà per tutti.

Il campione olimpico ugandese dei 5000 e 10.000 metri aveva condiviso le sue aspettative prima della sua maratona d’esordio il 3 dicembre scorso, spiegando come il risultato avrebbe potuto influenzare il suo anno olimpico.

Alla luce delle immagini al traguardo la sua performance rischia di fare molti più danni, almeno dal punto di vista emotivo.

Pensate al vostro peggior “dopo” a come stavate mentalmente. prima che fisicamente.

Cheptegei puntava allo standard olimpico (2:08:10), la realtà è stata diversa avendolo mancato per 49 secondi, finendo in 2:08:59 .

Nulla a che vedere con le nostre disfatte podistiche, ma l’analisi delle conseguenze emotive ben si approccia alla prova del campione.

Per 24 chilometri Cheptegei era nel gruppo di testa, dopo aver superato la metà del tracciato con un tempo incredibile di 60:36.

Le ragioni di un fallimento sportivo sono sempre le stesse.

Una preparazione che non è andata esattamente secondo i piani a causa di un infortunio al piede ad esempio, come per Cheptegei

Un gruppo di testa che lo ha portato a un 60’36” sulla mezza ha pesato nelle ultime fasi della gara. A quanti di noi è successo di partire troppo veloci nella prima metà di una maratona?

Una strategia di ritmo inadeguata nella maratona, può portare a un affaticamento prematuro.

Cheptegei è partito più velocemente di quanto fosse capace, esaurendo le sue riserve di energia e facendogli faticare a mantenere il ritmo alla fine della gara.

Un’altra possibilità per la prestazione deludente di Cheptegei potrebbe essere attribuita a problemi nutrizionali .

Può volerci del tempo perché un runner capisca i propri bisogni nutrizionali per una maratona. In gare corte, come i 5.000 e i 10.000 metri, da cui viene Cheptegei, non abbiamo bisogno di integrare l’alimentazione.

Può succedere a tanti, di non aver ben capito esattamente di cosa si ha bisogno per ottenere il meglio in maratona.

Combinare un’alimentazione sbagliata e un ritmo troppo alto, spiegherebbe la nostra sofferenza e di Cheptegei nella seconda metà della gara.

Sbattere contro il muro dei 30 km in maratona è qualcosa che abbiamo sperimentano esattamente come i corridori d’élite.

L’esperienza di Cheptegei alla Maratona di Valencia evidenzia l’importanza di un’alimentazione adeguata e di strategie di ritmo attentamente pianificate per arrivare nei tempi previsti, sia quelli dichiarati a tv, web e giornali che al pub con gli amici.