Finalmente ci siamo, domenica ci sarà La Corsa di Miguel, arrivata ormai alla sua ventunesima edizione. Nata in memoria di Miguel Benacio Sànchez poeta e podista argentino è un evento al quale non si può dire di no.
Ogni volta è un giorno importante che porta un messaggio di pace e di inclusione, dove la diversità non esiste.
Una passeggiata di 3 km e una gara di 10 km che per molti podisti è stata una rampa di lancio, una prima volta, un personal best, un incontro, un insieme di passi e un amore, una stretta di mano.
Correre Miguel è un gesto di amicizia e fratellanza, emozioni che si ripetono sempre perchè è nel cuore di tutti quelli che corrono..
Domenica avrò la possibilità di essere parte di una squadra eccezionale che sarà in gara a spingere la Joëlette.
La Joëlette è una parola francese ed è una carrozzina, una specie di “ciclette ”( mi piace chiamarle così ) con un seggiolino e tante cinture di sicurezza corredate di pedali per sorreggere i piedi, di manici laterali lunghi con la presa a manico di ombrello e due posteriori con dei freni a pinza con una cinta lunga che fa da barriera protettiva a chi la spinge…
Ho conosciuto un gruppo solidale che unisce la passione alla solidarietà loro sono i SOD Running Italia Team ed è una organizzazione no profit. Associazione italiana displasia setto ottica e ipoplasia del nervo ottico, fatta di persone che hanno deciso di lasciare il cronometro e la prestazione atletica a casa.
Sicuramente li conoscete già girano per tutta Italia. Hanno permesso a tante persone di sperimentarsi in una corsa di gruppo uniti da una grande forza e coraggio.
Sarà la mia prima volta, la mia prima Miguel con la SOD e il loro Dajone stampato sulla maglietta e quella spinta in più…si perchè mi piace la gioia che trasmettono anche solo parlandoci.
I loro sorrisi sinceri ed il loro ritmo allegro. Forza, allegria entusiasmo e un allenamento per capire di cosa stiamo parlando.
Ci siamo allenati sabato scorso al parco di Tor di Quinto, è stato bellissimo sembrava di stare in famiglia si entra subito in sintonia ed è stato davvero entusiasmante vedere il nostro passaggio, vi assicuro che anche solo provare ti fa tornare a casa con il cuore gonfio di gioia.
La gente del parco guardava stupita, mentre sfrecciavamo a 4,50 – 5,00 – 6,00 a km.
Eravamo concentrati sul ritmo e sulla posizione da tenere per non stancarsi con le braccia…e lo faremo per il tempo necessario, perchè oltre la corsa stavamo facendo qualcosa per qualcuno.
Saremo in tanti e ci daremo il cambio, perchè si corre in quattro, si deve essere pronti a fare il passaggio di mano oltre che di passo, il lavoro grosso lo fa chi spinge ma quelli che sorreggono fanno sicuramente la differenza…che messaggio portiamo?
Daremo voce, gambe, mani e cuore a 15 Joëlette ( nel 2014 ha preso parte alla manifestazione una sola Joëlette) e ai centinaia di disabili italiani creando integrazione sportiva. Miguel sarebbe fiero…
Come partiremo?
Carichi e pronti, sarà un passaggio di mani, forza e grinta e ci sosterremo a vicenda.. 10 km in cui sarà più quello che riceveremo da questa esperienza che quello che daremo e impareremo a sorridere di più.
Partiremo nella seconda onda avremmo bisogno di spazio per poterci muovere per cui dopo i top.
Ultimi duecento metri. Come saranno? Emotivamente parlando lo immagino già e sento bene i brividi , la sensazione l’ho già provata impugnando il manico della Joëlette.
Entreremo nello stadio Olimpico uniti per confermare la nostra presenza, per dire ci siamo Dajeeee!!!
Le gambe si alzeranno ancor di più ed il ritmo aumenterà. Le braccia si muoveranno veloci e col sorriso, insieme, supereremo quel traguardo che più barriere non avrà…
Dominga Scalisi