Rachele Sangiuliano, una bellissima visione della vita sportiva

“Sono un’amante dello sport, mi fa sentire viva, mi da carica e energia. Sono stata atleta di professione e sarò atleta per sempre nell’anima, nella testa e nel modo di agire perché lo sport è una grande palestra che ti da degli insegnamenti che ti porterai per tutta la vita e da cui non puoi prescindere.”

Rachele Sangiuliano classe 1981, è una ex giocatrice della Nazionale Italiana di pallavolo.

È un talento naturale ed entra a far parte delle nazionali giovanili italiane nel 1998. Con l’Under-19 vince la medaglia d’oro al campionato europeo

Nel 2001 ottiene la prima convocazione in Nazionale maggiore con cui, l’anno successivo, vince la medaglia d’oro ai Mondiali di Germania facendo toccare al  volley femminile azzurro, per la prima volta, il tetto del mondo. Abbandona la pallavolo nel 2012, ma l’amore per lo sport non si è fermato. Rachele conosce bene i valori del lavoro di squadra, ma soprattutto sa come raggiungere un obiettivo.. La giovane “Racu”  ha appeso le ginocchiere al chiodo, ma si è allacciata le scarpe ed ha iniziato a correre.. perché lo sport quando entra a far parte della tua vita non ti lascia più…

Come hai iniziato e com’era Rachele da bambina? Hai sempre amato fare sport?

Sono sempre stata una bambina attiva: cresciuta in campagna la mia infanzia e’ stata piena di giochi all’aria aperta e di tante corse su e giù per l’argine del Piave. Il mio primo sport è stato il nuoto perché i miei genitori volevano che imparassi a nuotare prima di tutto. Andavo alle elementari e già lo praticavo a livello agonistico con discreti risultati, poi mi sono innamorata dei cartoni animati di Mila e Shiro e ho tolto cuffia e occhialini e indossato le ginocchiere… che non ho più tolto per quasi 25 anni.

Com’era la Rachele pallavolista?

Testarda, tenace e determinata. Mi sono tolta molte soddisfazioni ma ho anche sofferto tanto perchè ero molto perfezionista e non m i accontentavo mai . Continuamente in conflitto tra quello che avrei voluto fare: l’attaccante e quello che in realtà era il ruolo che mi avevano cucito addosso: la palleggiatrice!

Come ci si sente a ricevere dal Presidente della Repubblica il cavalierato di ordine al merito della repubblica italiana? Raccontaci se puoi quell’attimo.

Sicuramente è un riconoscimento molto importante e che ci è stato dato a seguito della vittoria del mondiale, per cui di un grande obiettivo raggiunto. E’ stata emozionante la giornata in se: essere ricevuti al Quirinale dal presidente Ciampi e dalla moglie Franca, che ricordo essere stati molto dolci con noi, il momento in cui abbiamo ricevuto l’onorificenza ….davvero indimenticabile. Mia mamma poi ha appeso le foto in salotto per cui rivivo la scena ogni volta che torno a casa!

Sei soddisfatta della tua carriera sportiva?

Ho sempre pensato di aver dato al volley più di quanto avessi raccolto, ma questo perchè misuravo la mia dedizione in termini di medaglie che non sono così tante! Crescendo e riguardando la mia carriera da un’altra prospettiva mi sono resa conto che la pallavolo mi ha arricchita e mi ha fatto crescere tantissimo.

Cambieresti qualcosa di te?

Vorrei imparare ad accettarmi di più. Credo che sia più facile cambiare un’abitudine che cambiare qualche lato del nostro carattere. Se ci accettiamo diventa tutto più facile…. Anche le relazioni con gli altri!

Hai qualche rimpianto un sogno ancora da realizzare?

Mi è capitato di perdere un campionato per 1 set. Avevo investito tantissimo in quella stagione. E’ stata una botta. Sono passati più di 10 anni ma ancora quando ci penso ci sto male. E’ incredibile quanto brucino le sconfitte e quanto poco si celebrino le vittorie…

Obiettivi futuri?

Parlare di obiettivi in questo periodo è strano. Sto continuando ad allenarmi e a seguire la tabella come se ci fossero gare da fare. Credo che ora più che mai, visto il momento di incertezza che stiamo vivendo, sia importante mantenere dei punti fermi, porsi degli obiettivi e lavorare per quelli.

Come è arrivata la corsa nella tua vita? Sarà un amore per sempre?

Da pallavolista ho sempre odiato correre! Quando ho smesso di giocare ho pensato fosse il modo più semplice per tenermi in forma (dato che sono una buona forchetta). Ricordo che i primi 3km sul tapis mi sono sembrati un’eternità, non facevo altro che guardare lo schermo. Una tortura. Non pensavo fosse possibile correre all’aperto, nel traffico, con il buio, sotto la pioggia… Poi piano piano ho provato e oggi mi diverto come una matta ad esplorare posti nuovi, anche se diluvia o fa freddo e comunque… ogni tanto… odio ancora correre!

Sfogliando l’album dei ricordi hai un ricordo che rimarrà per sempre impresso nella tua memoria?

Legato alla corsa ce ne sono tanti… Sicuramente la maratona di NY per l’evento stupendo in sè e per l’abbraccio della gente che ti incinta ad ogni miglio. Non ho fatto altre corse all’estero per cui il mio unico termine di paragone è l’Italia in cui non funziona sempre così.

Il traguardo più sofferto e quello meno?

Non credo che ci siano traguardi poco sofferti. Il bello del traguardo è il percorso che ti ha portato a quel momento. Tutti gli allenamenti che hai fatto per vincere quella partita. Tutte le partite che hai fatto per vincere quel campionato. . So quanto conta la strada che fai per raggiungere il traguardo e quanto niente deve essere trascurato.

Per preparare la maratona di NY, ad esempio, ho sofferto tantissimo. Il caldo, la fatica, i tanti km sulle gambe. Dicevo che volevo solo divertirmi ma poi rispettavo la tabella alla lettera.

Forse la mentalità da atleta rimane la stessa anche se non sei più professionista e pratichi uno sport solo per diletto…che poi a volte nemmeno mi divertivo, anzi mi chiedevo continuamente “chi me lo fa fare?”, e poi il giorno dopo ero di nuovo fuori a macinare km!

Hai una frase, un motto o un libro preferito che pensi possa rappresentarti appieno?

Un libro che ho adorato è sicuramente Open di Andrea Agassi. L’ho sottolineato e riletto più volte. Se ci fosse ancora qualcuno che non lo avesse letto lo consiglio vivamente.

 

Grazie Rachele

 

Dominga Scalisi