Quanti vi hanno chiesto “come è andata?”

Foto - Run Rome The Marathon

A pochi giorni dal traguardo della maratona di Roma, la domanda su come sia andata sembra essere ovunque, sembra.

Ma quante persone, specialmente quelle che non corrono, si sono davvero interessate alla tua impresa di domenica?

Quanti colleghi, lunedì mattina, ti hanno chiesto, con genuina curiosità, di quella domenica trionfante?

Probabilmente, questo ti fa tornare indietro con la mente a quando tu stesso non correvi. Quando la corsa non era nemmeno un pensiero, un’idea lontana. Le tue giornate erano scandite dal lavoro, dagli impegni, dalle lunghe ore passate in ufficio, dai momenti trascorsi sul divano. Spostarsi a piedi, anche per brevi distanze, sembrava un’impresa, e l’auto era la soluzione per ogni piccolo tragitto, che fosse in città o in paese.

Ti ricordi di come guardavi chi correva per strada e pensavi: “Beati loro”, oppure “Ma come fanno?”, convinto che il loro mondo fosse lontano anni luce dal tuo. E magari, in fondo, credevi che avessero meno cose di cui occuparsi rispetto a te, che gestivano una vita più semplice.

Eppure, qualcosa è cambiato. Non è successo tutto d’un colpo, ma ora ti ritrovi a dare priorità a quella corsa mattutina, a quell’ora di movimento prima che inizino le call di lavoro, prima delle scadenze, prima persino che il sole faccia capolino all’orizzonte. La corsa è diventata il tuo momento sacro, quello a cui non rinunceresti per nulla al mondo.

Cosa è successo per far sì che tutto cambiasse? Riesci a spiegare a te stesso, o agli altri, cosa si è trasformato dentro di te? Forse, se ci riuscissi, anche chi non ha mai immaginato una vita con lo sport potrebbe trovarvi ispirazione, potrebbe un giorno unirsi a te su quel lato della strada dove si inizia a correre.

Ora, però, sei qui a riflettere sul “dopo”. Il giorno dopo il tuo grande giorno, e la sensazione di aver raggiunto qualcosa di straordinario. Tagliare quel traguardo, così tanto atteso, è stato come coronare mesi di sacrifici e dedizione. Lo hai voluto con tutta la tua forza, con il cuore e la testa, rimanendo fedele a quell’obiettivo giorno dopo giorno.

Ogni allenamento, ogni chilometro, ha consumato non solo scarpe e muscoli, ma anche tempo, energie, e momenti con le persone care. Eppure, sapevi che era una battaglia della tua volontà emotiva. Chi ti è stato accanto ha fatto fatica a capire, ma ha rispettato i tuoi ritmi, anche se diversi dai suoi.

E adesso, il giorno dopo la gara, ti senti svuotato. Non avresti mai immaginato che il trionfo potesse portare con sé questa sensazione di vuoto. Un attimo prima eri immerso nel clamore, nel frastuono della gara e nella spinta verso il traguardo. Ora, sei in una sorta di limbo, incapace di decidere cosa fare, sospeso tra il ricordo della vittoria e il bisogno di una nuova sfida.

Avevi già intravisto questa sensazione nelle gare di avvicinamento, una sorta di preavviso, ma ora ti trovi nel pieno di quel momento di transizione. Forse è uno di quei giorni in cui è meglio non prendere decisioni, come quando ti ripari dalla pioggia sotto un albero, aspettando che il temporale passi. Anche se ti senti svuotato, sai che presto arriveranno nuovi traguardi, nuove sfide.

E nel fondo del tuo cuore, inconsapevole e sognatore, sai che tutto questo si ripeterà. Ogni volta ci sarà un nuovo percorso da affrontare, una nuova linea di arrivo da tagliare. E ogni volta, nonostante tutto, sarà come la prima volta. Fortunatamente.

Foto – Run Rome The Marathon