PGS Borgo Don Bosco: Sessant’anni di sport che cambiano le vite

Nel cuore del quartiere Prenestino, la Polisportiva Giovanile Salesiana (PGS) Borgo Don Bosco spegne sessant’anni di storia.

Un traguardo celebrato martedì 24 giugno con una tavola rotonda dal titolo “Lo sport al servizio dei giovani”, che ha riunito educatori, allenatori, ragazzi e famiglie per riflettere sul ruolo sociale dello sport in un’area della Capitale spesso segnata da disagi e marginalità.

Le radici del Borgo Ragazzi Don Bosco risalgono al Dopoguerra: già nel 1945 i salesiani accoglievano i più fragili in un’Italia ferita dalla guerra. Nel 1948 Don Cadmo Biavati fondò la U.S. Cadmea, che nel 1965 evolse nella PGS Borgo Don Bosco. Da allora, tra campi da gioco e palestre, centinaia di giovani hanno trovato non solo un’opportunità sportiva, ma un vero e proprio “secondo” oratorio, dove crescere in un contesto sano e formativo.

Lo sport come strumento di inclusione

Oggi, nel Municipio V, l’area est di Roma convive ancora con tensioni sociali e povertà educativa. La PGS interpreta questa sfida puntando su sei settori: basket, futsal, volley, scacchi, atletica e judo. Non si tratta semplicemente di insegnare una disciplina, ma di offrire ai ragazzi uno spazio di accoglienza, confronto e crescita.

“Il valore aggiunto dello sport qui non è solo la performance, ma il rispetto delle regole, la capacità di mettersi in gioco e la scoperta di sé”, spiega don Emanuele, responsabile delle attività giovanili.

In ogni allenamento risuonano i principi di Don Bosco – ragione, religione e amorevolezza – tradotti in momenti di preghiera, dialogo e gioco, che favoriscono l’inclusione di chi proviene da ambienti difficili o famiglie in condizioni di fragilità economica.

Al centro del progetto c’è la squadra: non solo un gruppo di atleti, ma una “piccola famiglia” dove l’amicizia e la solidarietà si coltivano pari passo con le abilità sportive. L’allegria, ingrediente imprescindibile del metodo salesiano, si mescola all’impegno quotidiano richiesto per migliorarsi, superare i propri limiti e prepararsi a sfide sempre nuove.

Il direttivo della PGS – eletto democraticamente da volontari e famiglie – gestisce risorse, pianifica eventi e mantiene i contatti con Comune, Municipio e Coni, di cui la polisportiva è ente di promozione riconosciuto. Grazie a questo lavoro organizzativo, il Borgo ospita ogni anno tornei, camp estivi e iniziative sociali che coinvolgono l’intero territorio.

Sessant’anni con lo sguardo al futuro

La tavola rotonda del 24 giugno non è stata solo un’occasione per guardarsi indietro, ma un momento di progettazione condivisa. Tra gli interventi alcuni ex-atleti della PGS, oggi professionisti, hanno raccontato come quella esperienza li abbia orientati anche nel lavoro e nella vita.

Guardando avanti, la PGS punta a rafforzare i percorsi doposcuola e a introdurre laboratori di educazione digitale, per rispondere alle nuove forme di povertà educativa. L’obiettivo comune resta però immutato: offrire a ogni ragazzo un luogo sicuro dove crescere, riconoscendo nello sport un linguaggio universale capace di abbattere barriere e creare opportunità.

Sessant’anni dopo, il Borgo Don Bosco conferma la sua missione: fare dello sport un’autentica leva di rinascita sociale, unendo corpo, mente e spirito. In un’area di Roma che chiede riscatto, la PGS dimostra ogni giorno che investire sui giovani significa investire sul futuro di tutti.