Pensieri di un atleta per vedere oltre ogni nostro limite…

Il periodo che abbiamo appena vissuto (ma che in realtà stiamo ancora vivendo ma in una fase differente) ci ha portato a cambiare alcuni modi di vedere le cose.

Sulle nostre opinioni. Sui nostri punti di vista e in generale sul nostri pensieri più profondi.

Quello che ho notato è stata l’erosione del dialogo, non in senso letterale intendiamoci ma ci siamo trasformati in tanti opinionisti e talvolta assolutisti.

Questa cosa mi è apparsa più evidente attraverso i social, amplificatore di messaggi e pensieri.

Avete fatto caso che le persone hanno cominciato ad avere opinioni contrastanti, da bianco o nero?

Ci sono stati tanti schieramenti netti e spesso in forte contrapposizione tra loro, tanto da accendere discussioni a base di commenti a raffica.

In tanti di voi si saranno imbattuti in post su runner untori, ciclisti untori, sportivi untori, anziani menefreghisti, dronisti con licenze di volo fuori legge, tutti alla caccia del disobbediente di turno.

Si sono contrapposti clan di benpensanti, giustizieri e sceriffi fai-da-te.

Includo, almeno per un breve periodo, me stesso in questo processo evolutivo del pensiero. Si sono separate le visioni di insieme, ci siamo allontanati verso pericolosi estremismi. Questo distanziamento ha cancellato gran parte del pensiero moderato o quantomeno ne ha offuscato lo sguardo.

Nel film “Così parlò Bellavista” con Edoardo De Crescenzo, in una delle lezioni, il prof. parla proprio di questo. Ai suoi improbabili studenti rammentava di diffidare da chi avesse le verità assolute e le fedi incrollabili (gli estremisti in generale) ma di fidarsi da chi si pone molti dubbi e tante domande su ogni tema (i cosiddetti moderati).

Sì perché, oltre al virus, esistono i problemi di sempre, per le persone e i bambini meno fortunati e che hanno continuato ad avere bisogno del nostro supporto e delle nostre generosità.

Per cercare di riaprire un po’ gli occhi e guardare al di là del polverone che questo virus ha alzato abbiamo accolto con tanto entusiasmo l’iniziativa della mia amica Sabrina Schillaci con la quale saremmo dovuti partire in questi giorni di fine maggio alla volta della Sicilia per la sua raccolta fondi Race Across Limits.

Sabrina Schillaci con la maglia della ITALIAN RIDE – Gregari in staffetta 2020

Io e Michela abbiamo continuato, per quanto possibile, le nostre routine di preparazione fisica ed atletica.

Abbiamo avuto la fortuna di poter sfruttare dello spazio all’aperto e una piccola palestra attrezzata per mantenere i nostri allenamenti.

Abbiamo vissuto il lockdown come occasione di crescita piuttosto che come privazione, ma semplicemente perché per noi l’allenamento non è una cosa in più da fare ma è parte integrante della nostra giornata.

E’ quasi una necessità. È il nostro stile di vita a prescindere dalle competizioni che potremmo o non potremmo fare.

Federico durante un allenamento in casa

 

Anche in questa circostanza ho visto le persone schierarsi in fronti contrapposti. Ho purtroppo notato che tanti sportivi ha smesso di allenarsi dietro la scusa del “non posso uscire” forse perché molto probabilmente l’allenamento era vissuto più come percorso obbligatorio per la gara più che come stile di vita.

E chi ha smesso ha mostrato molta più intolleranza (e quindi estremismo) verso chi invece si prodigava a continuare a farlo.

Siamo contenti di poter riavvicinare le distanze, facendo idealmente il giro d’Italia in bicicletta insieme agli altri staffettisti che si alterneranno nelle varie giornate.

Vogliamo far sentire la nostra voce ed essere il megafono di Sabrina.

A noi l’onore di presidiare la tappa Toscana proprio alla vigilia della ipotetica riapertura dei confini regionali. Infatti il 2 giugno faremo un percorso meraviglioso partendo dal mare di Viareggio, salendo la montagna per 13km e attraversando la valle della Garfagnana che in questo periodo ha colori e profumi unici.

Sarà una tappa bellissima dentro un grande progetto mosso da una donna che è un esempio per tutti e mai come adesso ne abbiamo bisogno.

Ringraziamo la nostra amica Sabrina Schillaci, persona animanta da una passione indomabile al servizio del prossimo e dello sport con in grado di farci vedere un orizzonte più aperto davanti a noi.

Federico Procopio

 

 

Federico e Michela con la maglia della ITALIAN RIDE – Gregari in staffetta 2020
Marco Raffaelli
Appassionato dello sport e di tutte le storie ad esso legate. Maratoneta ormai in pensione continua a correre nuotare pedalare parlare e scrivere spesso il tutto in ordine sparso