Patrizia e la corsa senza tempo

Patrizia è una carissima amica, siamo stati compagni di squadra e la sua storia podistica è legata a quella di suo marito Alberto, grande maratoneta, testa caparbia e generosa. Patrizia e Alberto sono nonni e come spesso accade in Italia sono anche la rete di protezione di più famiglie, per le cose di tutti i giorni per il futuro dei loro nipoti.

Patrizia da un po’ di tempo ha smesso di correre, e non se lo è mai perdonato, e come nel racconto che ci ha mandato si capisce che la corsa non ti lascerà mai sola.

Quando correvo mi piaceva gareggiare per vincere. Si, non lo nego, se era nelle mie capacità mi piaceva battere l’avversario. Sempre in modo sportivo e corretto. Poi c’è stato un brusco stop e non riesco più a trovare la formula giusta per ricominciare e non so se ormai mai ci sarà.

Ma ieri è capitata una cosa che mi ha fatto riflettere.

Dunque, questa settimana il taxi sitter nonno Alberto è in vacanza per la sue e di altri irrinunciabili attempati come lui a fare la settimana blu. Io sono senza macchina, cosi d’accordo con mia cognata andiamo a prendere i bambini a scuola.

Ci vediamo davanti all’edificio del primo bambino e per arrivarci mi faccio un paio o poco più di 2 km a piedi, in discesa per fortuna. Verso mezzogiorno mi avvio con zainetto in spalla e pensieri nella mente. Ad un certo punto sento dei passi dietro di me e mi vedo sorpassare da una signora, credo mia coetanea. Mi scoccia, allungo ma non riesco a raggiungerla. Mi impunto e dico che la devo riprendere. Ho le gambe un po’ indolenzite ma non fa niente.

La sorpasso, ma dopo poco mi riprende. Sta al gioco pure lei! Poi la fortuna mi aiuta e durante un attraversamento metto un po’ di distacco. Sono avanti, ma poco dopo l’aspetto e le dico che ha un bel passo, ci mettiamo a parlare, lei è una focolarina e ci raccontiamo un po’ di noi. Mi lascia con parole di speranza verso l’ aldilà !

Ma questa è un’altra partita, qui si gioca al buio, invece a me piace sempre vedere con chi ho a che fare. Io sono terrena, non vivo nel timore di Dio, ma nel rispetto dell’uomo, la vita è un po’ come una gara bisogna rispettare sempre l’ avversario e nonostante tutto mi piace cogliere dalle occasioni sempre il bello e sono grata a questa camminata che mi ha fatto riscoprire una me competitiva e con la voglia di vivere anche se accanto a me non ci sono più mio padre e mio fratello, uomini che ho adorato e che so di non rivedere mai più, ma so che nelle mie fibre scorre una parte di loro e l’ aldilà ce lo dobbiamo costruire e vivere ogni giorno nel migliore dei modi nell’ aldiquà!

Grazie Patrizia