Oltre il traguardo

Non smetterò mai di credere nella forza catalizzatrice dello sport, nel suo essere un mezzo attraverso cui viaggiano le storie di chi lo anima.

Ci sono stagioni in cui è faticoso tenere il passo.
Anche se ti sei allenato a lungo, restando in ascolto, battendo tutte le strade e gli angoli della rete, non è facile prestare l’attenzione che ogni storia merita.

È come se tutte le pagine bianche a disposizione non bastassero, o peggio, come se qualcosa ti distraesse.

Eppure, chi corre, nuota, pedala o semplicemente accende il proprio motore interiore con una camminata al parco, diventa un volano di pensieri inebrianti, di attimi assoluti e perfetti che accendono anima e corpo.

Ci sono quelli che, una volta raggiunto il proprio traguardo, sanno mettere in fila ogni parola con articoli perfetti e lineari.
E tu, in quel momento, non sei altro che un contenitore aperto a chi vorrà leggere e vivere quelle esperienze.

Sono storie che appartengono a tutti: educano, fanno sorridere e, a volte, commuovono.

Poi ci sono quelli che tengono tutto dentro, anche dopo la gara della vita. Ma basta poco per trovare la chiave giusta e liberare un fiume di parole.

Dopo tanti anni passati a raccontare vicende sportive, ho capito che le persone affrontano le sfide per raggiungere una nuova consapevolezza.
Un modo diverso per scoprire chi sono, davanti a un simbolico “muro” di una maratona, a una parete di roccia o alla linea blu del mare.

Infine, c’è chi si mette in gioco per superare un limite, fisico o emotivo. Per andare oltre la timidezza, confrontarsi con gli altri, trovare la forza di accettarsi per ciò che si è. Come una terapia, ma in movimento.

I post-it attaccati alla parete non finiranno mai, perché le vostre storie sono infinite. Arricchiscono l’animo di chi vi legge, oppure segnano la fine di un’avventura e l’inizio di una nuova.

Grazie per la voglia di essere in continuo movimento. Restiamo allenati, e le racconteremo tutte.